Ascoltare
In questo momento storico siamo bombardati da informazioni di ogni tipo e da ogni parte. Informazioni spesso contrastanti, che rendono difficile mantenere l’equilibrio interiore corretto per restare in salute. Informare significa dare forma.
Ascoltare il suono
l Suono, la Parola come insieme di suoni, sono il veicolo principe di informazione, come anche l’immagine. Ad esempio, tutta la pubblicità si fonda sul corretto uso di suoni (parole o musiche) ed immagini (colori) che servono per “colpire” il cliente a fini commerciali.
Quanto rimane in noi di tutte le informazioni che riceviamo? A livello conscio molto poco. Mentre sappiamo che il nostro Inconscio registra ogni sensazione introiettata attraverso i sensi (e non solo) anche quando non vi poniamo attenzione, troppo spesso non siamo in grado di filtrare i dati ricevuti in forma cosciente così da operare una scelta di ciò che serve e ci fa bene in contrasto con ciò che è nocivo. Ciò dipende da una scarsa capacità di ascolto.
La coscienza
La nostra società è andata via via perdendo la propria capacità di ascolto in perfetto accordo con la caduta del livello di Coscienza, riducendo sempre di più il range di frequenze che vengono processate dal nostro cervello. Aumento delle demenze precoci, problemi di sordità anche nei giovani, sono tutti segnali di un impoverimento dei “colori” frequenziali che siamo disposti a ricevere. Il sospetto è di un black out cognitivo da eccesso di dati. Ascoltare significa udire con attenzione, stare a udire. Già da qui comprendiamo che il bombardamento informativo mediatico (cellulari, TV, computer e internet) non favorisce lo stato di attenzione vigile. L’ascolto uditivo infatti è basicamente una attività focalizzata che va svolta in modo selettivo, perché la nostra attenzione è selettiva. Che significa selettiva? Significa che se voglio concentrarmi sull’ascolto di una musica e coglierne tutte le sfumature, difficilmente potrò farlo mentre parlo, mentre mangio o mentre faccio attività fisica.
Attenzione e concentrazione
Per fare bene una cosa, questa cosa, allo stato naturale dell’uomo, va fatta con attenzione e concentrazione su quello specifico senso (in questo caso l’udito). L’uomo di oggi è stordito, confuso, i ragazzi mediamente fanno fatica a mantenere una attenzione focalizzata. Sedersi ad ascoltare è una attività che non si pratica più. Sembra che questa difficoltà di ascolto però sia da vedersi estesa anche alla sfera del “sentire”, inteso come la capacità di recepire con i sensi e in forma consapevole uno stato di Coscienza proveniente dal mondo esterno, un qualsiasi stato dell’animo umano o l’atmosfera dell’ambiente che ci circonda. “Sento che sta arrivando la primavera”, “sento che quella persona è malvagia”. Se ascoltare quindi è una specifica facoltà uditiva, sentire è una qualità propria dell’Anima che può essere affinata. Il problema, nel secondo caso, è la capacità di connessione con il Sé profondo che è legato intimamente alla CONOSCENZA ed è in grado di farci muovere al di fuori dei sentieri automatici indotti dalla cultura, dalle regole imposte, dalle sovrastrutture della personalità, che è stato necessario creare in noi per sopravvivere in questo mondo, ma che fanno da ostacolo per accedere all’Unità che ci fa stare in salute. Sganciati da quel Sé, cosa sentiamo se ciò che sentiamo è sempre filtrato da “vizi” culturali o da esperienze del passato che condizionano l’ascolto? E ancora chi sente? E’ la nostra personalità-maschera che sente, ovvero ciò che credo di essere oppure sente ciò che io sono veramente?
La musica ci aiuta
La musica ci aiuta. Il suono ci aiuta, in virtù del ponte che riesce a costruire tra ascoltare e sentire, dal momento che il semplice ascolto di una melodia attiva in noi stati d’animo, emozioni o particolari disposizioni della Coscienza. La purezza della vibrazione nel silenzio di una stanza, favorisce la connessione con le parti più profonde di noi. La pratica con uno strumento, la stimolazione con le campane tibetane, oppure il semplice ascolto di una musica che ci piace, ci aiuta a ricontattare l’Essere che vive in noi e che attende da noi un cenno per ri-svegliarsi (togliere un velo).
Ascoltare in risonanza
Entrando in risonanza con ciò che siamo, anche le nostre scelte saranno meno confuse e ci sentiremo guidati verso l’unità delle parti che ci compongono. Nell’ascolto profondo è il Cuore il grande protagonista. Il Cuore è il grande imperatore che governa il nostro corpo. Nell’ascolto ha la possibilità, nella pace, di lavorare al meglio, riassorbendo le informazioni di tutti gli organi attraverso il sangue e re-immettendolo in circolo ripulito, spingendolo verso l’alto in direzione del cervello. Ecco che si crea una connessione importante Cuore-Cervello, in cui è il Cuore a inviare frequenze coerenti al Cervello consentendogli di co-vibrare insieme in un campo elettromagnetico uniforme e privo di falle o spigolature.
L’equilibrio
La persona si sente bene, è in equilibrio, gode dello stato di Unità che gli è proprio. Attratto da questa forma di vasta Unità, l’Essere risuona con la meraviglia del suo corpo che lo ospita, specchio olografico dell’Universo intero. Ma questo processo va compiuto passo dopo passo, attraverso un lavoro attivo e una intenzione cosciente. Si può cominciare dal proprio respiro. Sedetevi comodi con la schiena dritta ma non tesa. Ascoltate il vostro respiro naturale. Cercate di fare questo in un luogo silenzioso o in mezzo alla natura, dove i processi sono amplificati. Piano piano aumentate i tempi di inspirazione ed espirazione espandendo e contraendo di più l’addome. L’idea è quella di gonfiare l’addome mentre inspirate e sgonfiarlo mentre espirate. Se siete a casa, dopo un minimo di 7 minuti di respiri, mettete una musica di vostro gradimento, focalizzatevi sui suoni che vi arrivano e cercate di coglierne i particolari. Probabilmente un ascolto solo non sarà sufficiente per cogliere tutto. Se perdete l’attenzione all’ascolto abbiate cura di rientrare in concentrazione e riprendere ad ascoltare senza giudizio. E’ possibile che la vostra mente non sia abituata a questo e cerchi di “sfuggire” molte volte. E’ un processo diventato per noi normale ma è una forma di sabotaggio automatico che comunque non va contrastato. Anche rendersi conto di questo processo vi aiuterà a comprendere quanto avete bisogno di migliorare. Mentre ascoltate cominciate a fare caso a quali parti del corpo sono sollecitate dal suono e in che modo; ci sono parti tese, parti che si detendono. Quali emozioni nascono? Arrivano immagini? Colori? Ricordi?
Ascoltare il potere risanatore
E’ un modo semplice di stare in contatto con sé stessi e nel tempo potrete godere della amplificazione sensoriale che questo vi porterà e della maggiore capacità di ascolto verso di voi e verso gli altri, attivando il potere risanatore insito in ciascuno.
Magazine n° 10
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