
Una premessa per comprendere al meglio la relazione tra il massaggio sonoro con le campane tibetane e i cristalli
Dal testo: Massaggio Sonoro con le Campane Tibetane, Mauro Pedone, Edizioni Mediterranee, Roma, 2013.
La pelle è considerata un gigantesco cervello a cristalli liquidi, il nostro massaggio ne sarà una costante stimolazione, che indurrà calma e rigenerazione. pag.148
…il sistema connettivo nel suo insieme è considerato il più grande organo del nostro corpo, e ha le caratteristiche e i comportamenti di un sistema a cristalli liquidi, con la proprietà di essere un semiconduttore che porta informazioni ad alta velocità da un punto all’altro del corpo. pag.169
Le campane tibetane, oltre ad essere strumenti da utilizzarsi per un trattamento di solo Massaggio Sonoro®, sono un valido completamento ad altre discipline olistiche.
L’energie dei cristalli
Per esempio, nei trattamenti di riequilibrio energetico con i cristalli: minerali “vivi”, con i loro colori, le loro ricche e poliedriche sfumature, la loro composizione, la loro struttura molecolare, la loro carica di intensa energia sottile. Si posizionano sui rispettivi chakra, e successivamente si “ripulisce” l’aura con il suono-vibrazione di una campana media. In questo modo si crea dapprima una riallineamento dei vari centri energetici che entrano in sintonia con i cristalli, armonizzando ed aiutando a sciogliere accumuli o carenze.
Forza interiore
Le vibrazioni della campana poi, alleggeriscono l’aura da ciò che è stato liberato, ed entrano a loro volta, in simpatia-empatia con le pietre, le quali trasmettono così alla persona ricevente, energie amplificate e portatrici di forza interiore. E’ un trattamento semplice e potente allo stesso tempo. Aiuta la centratura e mette, per così dire, ordine nel caos.
“Deserto
Impressionante assenza di riferimento, echi lontani di sbiadite memorie, la storia del deserto s’è mutata in colore.
Rosa sbiaditi, azzurri primordiali, velature di bianco.
Sogno di sogni non ancora apparsi.
……….
Assoluto silenzio che è armonia, tutto assorbito in ritmi universali.
Tempo, spazio, misura, caduta ogni barriera.
Sconosciuti rapporti, dell’eterno”.
[D’Alma Folco Zambelli, mia nonna: Mongolia, 1993]
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