Gestualità sonore tra voce e campane tibetane
Introduzione
Questo scritto è il sunto di un percorso vivo che ancora oggi, prosegue e si manifesta nel gesto sonoro della voce e della campana tibetana. Troverete riportata la mia esperienza con il massaggio sonoro, soffermandomi maggiormente sugli elementi vivi del percorso e meno sui passaggi teorici che competono il suono e la voce, non perché li ritenga di minor importanza ma, nel mio sentire prevale l’imprimere questa esperienza che ha aperto per me delle porte di ricerca importanti per la mia crescita personale e professionale. Buona lettura!
In principio
La prima ciotola mi chiamò da una vetrina di un negozio e nell’immediato pensai “ E’ mia..” Passò un po’ di tempo …. quella campana mi attese e arrivò fra le mie mani il giorno di Natale di due anni fa e da allora è parte del mio percorso di ricerca sulla voce e sulle sue proprietà benefiche e di Cura dell’individuo. Cura con la C maiuscola perché mi piace pensare che la Voce sia una guida fondamentale nel nostro percorso di “guarigione” interiore. Necessitiamo ogni giorno di guarire..
L’impronta del percorso
Ho così deciso di unire il lavoro didattico vocale, essendo io cantante e docente in materia, al massaggio sonoro con le campane tibetane e per fare ciò ho chiesto la disponibilità a Luca P., un mio allievo, il quale si è prestato per questa affascinante avventura! Sempre di più in questi anni ho potuto constatare quanto la voce sia lo specchio del nostro vissuto e possa davvero leggere nel nostro spazio interiore le luci e le ombre… il pieno e il vuoto … La campana tibetana ha la stessa impronta, quindi il connubio è perfetto!
Il percorso si è sviluppato in nove incontri a cadenza non sempre regolare.
Ogni incontro si sviluppava in 3 fasi:
- MASSAGGIO SONORO (dai 30 ai 45 minuti)
- VOCALIZZAZIONI
- ESECUZIONI DI STUDI O BRANI
Ogni fase era caratterizzata da un momento di restituzione. Luca doveva poi documentare a casa sensazioni, sogni, condizioni, atteggiamenti che si presentavano dopo il nostro incontro, mediante un “diario di post trattamento” da me ideato.
L’Individuo come La Gabbia
Intrappoliamo noi stessi nelle resistenze psicofisiche che quotidianamente costruiamo. Luca ha 29 anni ed è mio allievo dall’anno 2011. Dopo un lungo periodo di resistenza al suo suono, finalmente il guscio comincia a schiudersi e la campana tibetana, unita alla voce, è stata un grande veicolo che ha potuto accelerare il cammino. Luca ha presentato per diverso tempo rigidità vocale che emergeva da un atteggiamento del corpo quasi direi “ingabbiato”. La gabbia era lui stesso con le sue imposizioni, resistenze e rigidità trasferite nell’atteggiamento posturale e sonoro. Dal punto di vista fisico presentava problematiche alla schiena con scogliosi, reflusso gastro – esofageo scoprendo in seguito come conseguenza di un’ernia iatale. Dal punto di vista del rapporto “emozione – corpo – emissione” Luca aveva atteggiamenti di chiusura cantando spesso con le gambe incrociate, rigidità muscolare degli arti superiori e della base del collo (spalle e vertebre cervicali) con un controllo del suono trasferito nelle dita dei piedi. Nell’atto canoro, soprattutto nei primi periodi di approccio alla tecnica vocale, è fondamentale mantenere e raggiungere una rilassatezza corporea adeguata e una postura neutra che permetta il fluire del respiro e la quiete del muscolo diaframmatico. Durante il lavoro tecnico si prediligono gambe leggermente divaricate ad altezza spalle, braccia rilassate lungo il corpo e mento parallelo al pavimento con sguardo all’orizzonte. E’ comunque interessante osservare e ascoltare come sia evidente il cambiamento dell’emissione sonora partendo dalla postura originaria che ogni utente possiede arrivando alla sua elaborazione verso una postura di “apertura” e quindi di accoglienza di ciò che emettiamo, perché noi siamo voce e la nostra voce è noi!
La voce
Una voce di “buona qualità” è la risultante di un grande equilibrio tra postura, coordinazione motoria e nervosa e non per ultima sfera psico – emotiva. Per chi utilizza la voce a livello professionale, (ma anche per chi non lo fa) è fondamentale ricercare e raggiungere una propria Identità Vocale e consapevolezza integre, che permettano di godere della Voce Autentica: una voce libera, pura ovvero quella che ci portiamo dall’anima ancora prima di nascere e che spesso strutturiamo e riempiamo di vissuti emotivi purtroppo inquinanti per il nostro benessere. Tale stratificazione avviene a livello vocale ma anche a livello posturale ed è quindi la combinazione di elaborazioni psico – emotive che creiamo dal grembo in poi.
Lorenzo Pierobon, musicoterapeuta, studioso del suono e cantante individua proprio alla base dell’Identità Vocale tre componenti fondamentali:
VOCE PERCEPITA: la percezione cosciente della nostra voce e del proprio potenziale.
VOCE STRUTTURATA: la voce alterata/limitata da traumi di tipo emozionale, affettivo, fisico.
VOCE AUTENTICA: la risultante delle due precedenti.
Il cantante alimenta la stratificazione, di cui parlo sopra, mediante le resistenze al cambiamento, alla trasformazione di sé. Le resistenze che il cantante può impiegare possono essere ad esempio una postura scorretta ma ormai adottata come giusta, un atteggiamento emotivo di rifiuto e quindi di dissertazione della performance, deficit vocali come break fonatorio, disfonia protratta, chiusura dell’orecchio. Con l’aiuto della campana tibetana ho potuto creare un lavoro completo ed utile allo scioglimento di queste resistenze e quindi aiutare Luca a liberarsi della Gabbia, anzi ad utilizzarla a suo favore.
La campana tibetana
La campana non ha fatto altro che preparare il corpo e lo spirito di Luca a ricevere benessere e quiete, a distendere e dilatare la mente rimanendo nel qui ed ora godendo dell’esperienza distaccandosi dall’ansia del dopo. Essa ha agito poi da catalizzatore all’azione fonatoria.
E muovere la voce dell’anima. Il legame tra suono, corpo ed emozione
La connessione che esiste tra il suono, il corpo umano e l’ambito emotivo è per me ad oggi uno stimolo di ricerca e studio in ambito soprattutto didattico. La voce è la risultante di tutto ciò che emotivamente attraversa la nostra condizione psicofisica dal grembo in poi. E’ lo specchio del nostro inconscio e stratificazione del nostro vissuto emotivo perciò mediante la codifica del suo stato di salute noi possiamo capire “come Stiamo” e quindi agire sui blocchi energetici che possiamo incontrare. Quando insegno e incontro i miei allievi la maggioranza di loro è proiettato a rincorrere una voce che non li rappresenta, inseguendo ciò che non è nella loro essenza vocale. Come quotidianamente indossiamo maschere per affrontare la vita tergiversando e procrastinando, anche nel canto, l’artista maschera per non affrontare le ombre, i blocchi e i limiti adottando vizi vocali spesso difficili da elaborare.
La voce e la campana
Ma dietro ad ogni blocco vocale esiste uno scoglio che si può superare. È stato meraviglioso poter utilizzare il suono vocale come canale di “disintossicazione emotiva” plasmato dalle frequenze della campana tibetana che ha creato un tappeto stabile e soffice sul quale elaborare la tecnica del canto. Potente è stato lo sbarazzarsi attraverso il suono di emozioni e sentimenti scomodi indice spesso di tossicità mentali e fisiche ed incontrare la Voce pura, fatta di brillantezza e sfumature cromatiche uniche.
Un incontro di Suoni che ha creato spirali vibranti.
Ogni spirale è espressione di un’identità emotiva.
Nel vivo dell’esperienza
I nove incontri sono cominciati il 9 ottobre 2014 e terminati il 13 giugno 2015. Come si può notare non c’è stata regolarità di cadenza tra un incontro e l’altro.. sono stati ben dilatati nel tempo. Non è stata questa una scelta stabilita ma, abbiamo lasciato che fosse la campana a chiamare Luca e non per forza un percorso temporalmente impostato. La partenza è stata un disegno. Luca disegna la sua Voce. Questa la sua restituzione.
Ho dato una direzione ma, sembra che tutto non abbia uno scopo. C’è qualcosa di latente che non riesce ad uscire. Io mi alleno senza uno scopo. Non inizio nulla.
L’impiego della restituzione grafica ad inizio e anche eventualmente a fine percorso mi è utile perché il tratto grafico pittorico rispecchia il nostro sentire interiore e ci mostra i punti di noi stessi ai quali possiamo dedicarci maggiormente. Dopo il primo trattamento che ha interessato il protocollo della pulizia dei chakra1 il percorso è entrato nel vivo applicando il trattamento del massaggio a Stella2 dove Luca riferisce di aver percepito una sensazione potente ed una vibrazione molto veicolata con fasi di sonno profonde. Già nelle immediate vocalizzazioni eseguite dopo il trattamento avverte un suono senza “controllo/giudizio”, libero e riesce a godere di ciò che sta emettendo cantando senza fatica.
La parte più difficile si riscontra nel canto dei brani dove lui stesso fatica a mollare le emozioni e quindi ad esprimersi al meglio. I successivi trattamenti riportano un graduale miglioramento dell’accoglienza della campana con:
– sensazione diffusa di risveglio a livello muscolare (trattamento 3)
– maggior sensibilità alla percezione e maggior rilassamento ( trattamento 4)
– liberazione del corpo a livello emotivo con lacrimazione degli occhi (trattamento 6)
– sensazione di connessione tra le parti del corpo e di pienezza vibrazionale con una libera attività immaginativa e di visualizzazione ( trattamenti 8 e 9).
Dal punto di vista vocale si riscontra un’altrettanta graduale e piacevole trasformazione:
– suoni liberi e scorrevoli su una emissione morbida
– consapevolezza dell’emissione vocale
– appoggio centrato
– timbro ricco di armonici e caldo nel colore
– acuti più “facili” e brillanti
– maggior consapevolezza e serenità d’animo nell’esecuzione dei brani
– estensione vocale migliorata
Dal punto di vista tecnico vocale ho impiegato vocalizzazioni legate agli studi di Philippe Barraqué3 che si è visto impegnato nella ricerca dei suoni terapeutici atti a riequilibrare il nostro sistema endocrino ed energetico.
Le linee di vocalizzo utilizzate:
sequenza di vocali per “pulizia” U E E’ I A O I
A queste io ho aggiunto la sillaba FL divenendo FLUEE’IAOI per fare Fluire il suono in questa prima sequenza di indagine che io applico durante l’attività didattica. Mediante questa sequenza l’allievo osserva le parti che maggiormente o meno risuonano facendo così attenzione ai punti “annodati” e procedendo poi all’elaborazione vocale ed emotiva di questi. ME-E’/ VE-E’ vocalizzi di 3 o 5 note: azione di percezione del basso ventre. Stimolazione del “sentire”, rilassamento diaframmatico e rilascio tensivo. Zone del corpo di riferimento: E CHIUSA – apparato linfatico, zona genitale (anche a livello ghiandolare); E’ APERTA – pancreas, stomaco, plesso solare. HESS vocalizzi di 3 o 5 note: milza; rilascio delle tensioni
RAM vocalizzi 3 o 5 note e arpeggio di 5^: rinforzo vocale. Recupero delle energie vocali.
Dai diari di una seduta
Di seguito ho estrapolato gli elementi più importanti legati alla “attività” della campana dopo il trattamento.
durante la giornata del trattamento:
– stanchezza e sonnolenza o o o o o
– mal di gola o
– respirazione corta o
– senso di rilassamento o o
– molta energia o o
– nervosismo o
Luca riferisce inizialmente stanchezza pomeridiana ed esigenza di riposare anche per diverse ore. Durante il percorso poi queste sensazioni lasciano spazio a rilassamento ed energia.
il riposo notturno (coricarsi e riposo)
– sereno o o
– facilità ad addormentarsi o o o o
– fatica ad addormentarsi o o
– a riposare/sonno discontinuo o o
– sonno senna interruzioni e profondo o o o o o
Luca alterna fasi di sonno profondo a notti meno tranquille ma in generale riesce a coricarsi con facilità.
Il risveglio
– sereno e riposato o o o o
– appesantito o o
– piena energia o
I sogni
– non ricorda o o o o o
– ricorda o
– piacevole o
– incubi o
– confuso o
elementi simbolici: taglio di barba e capelli, acqua, muoversi con un camper, neonato, poteri per gestire meglio la propria vita.
Atteggiamenti caratteriali, comportamentali, di relazione; comportamenti alimentari, sensazioni fisiche e mentali.
– abbassamento vocale, mal di gola o o
– calo dell’umore/nervosismo o o
– plesso solare “libero” o
– ansia o
– debolezza fisica o
– pianto improvviso o
– alimentazione scorretta o
– disturbi fisici o o
– miglior gestione degli stati di ansia o o
Osservazioni conclusive
Questa esperienza è stata molto appagante.
Nel corso del tempo è andata a rimuovere stratificazioni e blocchi di me stesso, aiutandomi ad affrontare la mia quotidianità e soprattutto agendo sui limiti vocali. I benefici si avvertivano nell’immediato ovvero ogni volta che facevo lezione di canto subito dopo un massaggio con le campane mi accorgevo che, avendo il trattamento un’azione rilassante a livello psicofisico, la voce usciva più pulita e brillante, con un timbro più ricco di armonici. Inoltre ho guadagnato estensione vocale e intensità timbrica. Grazie a questa esperienza ho trasformato il mio atteggiamento nei confronti del canto; se prima ogni performance era accompagnata da tensione e nervoso, ora invece riesco a divertirmi quando canto e a godere dei miei suoni, è stupendo.
Luca P.
Desidero concludere questo scritto portando una riflessione che si rispecchia nelle parole di Paola Cadonici, tratte dal libro La Voce4:
E’ quasi impossibile delineare i confini della Normalità Vocale. […] Ci sono voci in punta di piedi ed altre con passo d’elefante, come ci sono la timidezza e l’aggressività, c’è l’Uomo insomma che parla usando la laringe come portavoce dell’I0. Ogni tentativo di livellamento per far trionfare la norma deve fare i conti con il rispetto per l’individualità; l’importante è comunque che il cosiddetto deviante trovi un equilibrio con la propria voce ed un benessere relazionale, senza rinunce comunicative a livello qualitativo e quantitativo.[….] La norma vocale rappresenta il trionfo della socialità laringea sull’emarginazione o sulla violenza, ma ognuno può avere la propria norma. Un uso vocale che riesce a prendere le distanze sia dalle drastiche limitazioni che dalle lesioni organiche, attesta, anche a dispetto dei canoni che il singolo ha trovato la norma, o meglio la propria norma.
Le campane hanno reso possibile un cammino di trasformazione vocale senza imporre un percorso prestabilito o senza far valere imposizioni tecniche della “tradizionalità” canoro – didattica ma lavorando sull’Io vocale facendo riemergere le scomodità limitanti e accompagnando queste verso l’uscita dalla gabbia in una scoperta di suoni e modalità proprie di Luca e della sua scatola vocale più profonda.
1 Mauro Pedone, “Massaggio sonoro con le campane tibetane” – ed. Mediterranee
2 Mauro Pedone, “Massaggio sonoro con le campane tibetane” – ed. Mediterranee
3 Esperto di canto armonico dell’Asia Centrale, compositore, musicologo e musico terapeuta e docente di canto.
4 Paola Cadonici – La Voce. Dall’immaginario al Reale. Tra Arte, Mito e Fiaba. Ed. Rubbettino
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