Possiamo intendere la digestione come il processo che trasforma le informazioni che incontriamo ogni giorno
La digestione delle informazioni
Pensiamo a come abbiamo accolto/trasformato/digerito le informazioni drammatiche che arrivano ascoltando un qualunque telegiornale? La grande quantità di imput che quotidianamente incontriamo, hanno necessità di essere metabolizzati e trasformati, altrimenti si possono accumulare in noi, lasciando in un modo o nell’altro tracce più o meno profonde.
Lo shiatsu
Abbiamo bisogno d’imparare la sana arte del saper vivere! Rispettiamo le nostre storie personali, con i naturali conflitti, gli slanci, le passioni, le delusioni e le gioie; ma cerchiamo anche di trasformare, migliorare i nostri vissuti. In questa ottica, adesso vi propongo una validissima tecnica, proviene dallo shiatsu, in particolare dallo stile Namikoshi. È particolarmente efficace per sciogliere i nodi e le tensioni, nello specifico aiuta a metabolizzare quello che non abbiamo digerito, da un punto di vista alimentare ed emotivo, contrasta i problemi d’insonnia e dona chiarezza mentale. Lo shiatsu è una tecnica manuale di origine giapponese, letteralmente il nome si può tradurre con digito-pressione shi/dito atsu/pressione. Seguiremo i punti/tsubo e le specifiche sequenze originali, ma sostituiremo alla pressione manuale le vibrazioni delle campane tibetane. La mappa ideale che vi propongo è semplice, si compone di nove punti, possiamo intuire facilmente il percorso del flusso energetico. Inizia dalla bocca dello stomaco, scende verso l’ombelico e il pube, e poi risale nel lato destro del corpo, arrivando al fegato, passando per il colon traverso, scendendo nel lato sinistro, arrivando al sigma e si completa il percorso nell’intestino retto.
Per una buona digestione
Adesso soltanto due parole per descrivere, chiaramente in modo sintetico, la funzione digestiva che inizia già nella fase di masticazione, ma per un discorso di apparati e fasi, in questo caso, la consideriamo dalla zona dello stomaco. Lo stomaco è una ampia sacca muscolare, in grado di accogliere da due a quattro litri di sostanze liquide e solide. È la parte più dilatata dell’intero sistema digerente, qui si svolge la fase più “laboriosa” della digestione, si prepara il fluire del nostro cibo per poi proseguire nel suo fisiologico percorso nei circa sette metri dell’intestino tenue. Adesso siamo pronti per passare alla fase operativa: prima d’iniziare scegliamo un buon posto dove posizionarci nel massimo comfort.
Da soli o in coppia
Il lavoro andrebbe svolto in coppia, in maniera che la persona ricevente possa essere completamente rilassata. Si potrà effettuare anche da soli, su di se con dei risvolti indubbiamente interessanti, ma sarebbe fondamentale in questo caso avere molta pratica nel suonare le campane. Ci sono due possibili modalità di effettuare il massaggio sonoro: quella più facile si applica colpendo la campana con il battente. Quella riservata ai più esperti, e ai più pazienti, prevede di attivare la vibrazione nelle campane facendo attrito, ruotando il batacchio di legno lungo il perimetro della campana. Il percorso sui nove punti sarà lo stesso; se useremo il battente colpiremo la campana per tre volte su ogni punto, aspettando che l’azione del suono si completi e si riproponga il silenzio, completando due percorsi.
Le campane e la digestione
Se sceglieremo di usare il batacchio facendo attrito sul perimetro, suoneremo circa un minuto per punto, completando due tragitti. Percepiremo tangibilmente il tocco delle onde sonore sulla pelle, nei muscoli e nel tessuto osseo, ben sapendo che il loro effetto arriverà a informare l’organismo nel suo insieme, gli organi interni, le ghiandole e il sistema nervoso massaggiando le nostre cellule. Come sempre, sarà interessante notare che con il tempo la campana suonerà più facilmente, le sue onde incontreranno minori resistenze, e il flusso energetico scorrerà più agevolmente.
I semi di nuove qualità
Volendo possiamo aggiungere una variante. Sappiamo che ognuno di noi ha i suoi punti critici. E quindi vi propongo una scaletta, uno schema per eventuali problematiche con delle parole complementari, dei valori che potremmo cercare d’immettere in noi per rigenerarci. Vivendo questo esercizio si entrerà in uno stato meditativo, e la mente sarà come un fertile terreno pronto ad accogliere i semi delle nuove qualità che andremo ad immettere consapevolmente.
Le parole chiave
Vi invito a ricercare le parole chiave, quello che troverete maggiormente risonanti con i vostri desideri. Le vibrazioni delle campane possono sciogliere i ricordi negativi che si sono impressi nelle nostre cellule, con un lavoro costante abbiamo sperimentato che è possibile raggiungere delle notevoli trasformazioni, provate! Quelle che seguono sono soltanto delle mie idee.
I nove punti
• Se lo stomaco, magari da anni, non riesce a mandar giù qualche boccone troppo amaro, o chissà quale grande offesa, lavorare con la qualità del perdono potrebbe aiutare. • L’intestino è irritato a causa dell’ansia? Immettiamo la calma in ogni onda vibrazionale. • Eventuali sofferenze nella vescica, potrebbero trovare origine nell’aver ricevuto un’educazione troppo rigida, stabiliamo i confini, ritroviamo il nostro spazio. • La cistifellea è “arrabbiata”? Piantiamo il seme della serenità.
• Il fegato non è il nostro punto forte? Infondiamo forza e coraggio in ogni respiro.
• Una milza coinvolta in gravi shock può generare sensazioni di pessimismo e profonda tristezza, se così fosse, ogni onda della campana sarà colma di gioia! • Se il colon discendente è pigro, ci si ricordi del giusto ritmo! • Nel sigma troviamo durezza, ci sembra rigido? Sciogliamo i nodi, facciamo scorrere, visualizziamo un ruscello d’acqua, ricordiamoci che il 99% delle molecole che compongono il nostro corpo, sono molecole d’acqua. • E completando il percorso arriviamo all’intestino retto. I problemi di stipsi sono molto diffusi, possono essere associati alla paura, all’egoismo, è l’ultima tappa, lavoriamo sul non attaccamento favorendo la generosità.
L’olio essenziale di finocchio
Quindi, a proposito di generosità, vogliamoci bene: possiamo arricchire i benefici di questa tecnica integrando le preziose qualità dell’olio essenziale di finocchio.
Ecco come possiamo fare. Prima di suonare la campana versiamo tre gocce di olio essenziale in un cucchiaio da cucina colmo di un buon olio vettore, quello di mandorle dolci andrà benissimo, e poi eseguiamo uno spontaneo massaggio sull’addome, in senso orario. L’essenza di finocchio agisce efficacemente sulle problematiche psico-somatiche dell’apparato digerente, aiuta a espellere le scorie, è un potente equilibrante. Il suo profumo stabilizza e rinforza il sentimento altruistico. Anticamente lo si utilizzava contro gli spiriti maligni. Le vibrazioni della campana velocizzeranno la penetrazione delle proprietà dell’olio di finocchio nel nostro organismo, le note aromatiche del suo dolce profumo ci accompagneranno gradevolmente nell’esperienza.
Informazioni pratiche
Ho descritto diverse possibili modalità applicative, ben sapendo che il delicato concetto di digestione apre un vasto campo di variabili, come sempre starà a ognuno di noi scegliere lo strumento e la forma di lavoro che sembrerà di maggiore efficacia. L’esperienza mi porta a dire che per avere dei buoni risultati, che permangano e possano trasformare le eventuali criticità, c’è bisogno di tempo. In ogni applicazione è utile eseguire dei percorsi completi nei nove punti per poi soffermarsi concentrandosi su una zona cercando d’individuare la qualità più adatta per ognuno di noi. Lavorare tre volte alla settimana per un mese dovrebbe garantire ottimi risultati.
Altre informazioni
L’articolo si trova all’interno del nostro Magazine n° 7 . Tutti i contributi di questo “numero” trattano come poter essere attivi consapevolmente, con informazioni mirate. Come ogni volta è possibile scaricare gratuitamente il Magazine in formato Pdf
Grazie!
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