Alcune basi di acustica
Per suonare le campane tibetane non è certamente necessario essere un esperto musicista! Può sicuramente essere d’aiuto avere qualche informazione di base riguardo alcuni fondamenti di acustica. Questo breve articolo va in questa direzione, dare delle informazioni ai suonatori di campane per avere una più ampia consapevolezza dell’universo sonoro.
Acustica
Abbiamo estratto qualche brano dal nostro testo di riferimento: massaggio sonoro con le campane tibetane. È ora il momento di fare un’introduzione di base per alcune semplici nozioni di acustica, quella parte della fisica che studia il fenomeno sonoro in tutte le sue accezioni.
I caratteri distintivi essenziali del suono sono: l’altezza, che dipende principalmente dalle frequenze delle vibrazioni, ma che è influenzata anche dall’intensità e dal timbro; l’intensità, che dipende principalmente dall’ampiezza delle vibrazioni, ma che è influenzata anche dall’altezza e dal timbro; il timbro, che dipende principalmente dalla forma dell’onda, ma che è influenzato anche dall’intensità e dall’altezza,nonché dalle modalità di eccitazione della sorgente sonora e dal modo in cui il suono si smorza.
Dall’enciclopedia della musica e dello spettacolo della Garzanti
Ascoltando la nostra radio di casa o il lettore CD della macchina, possiamo facilmente cogliere le principali relazioni tra i caratteri del suono: se alziamo il volume/intensità, ci accorgiamo subito della relazione che c’è con l’ascolto di nuovi strumenti/timbri che prima erano presenti ma non udibili, per così dire nascosti: con l’aumento del volume invece questi emergono alla percezione. Allo stesso tempo se utilizziamo il tasto per regolare i toni/l’altezza del suono possiamo percepire i cambiamenti del volume/intensità che andremo a percepire. Cercando di fare una semplificazione utile agli obiettivi del libro, possiamo definire il suono come un’energia in vibrazione.
Altezza
L’altezza è il grado di intonazione di un suono, dal grave all’acuto. Dipende dalla frequenza delle vibrazioni ed è misurabile in Hertz. I cicli di vibrazione al secondo vengono chiamati frequenza: una corda che vibra cento volte al secondo equivale a un suono misurabile in 100 Hz. Ad esempio, una corda del pianoforte che vibra 256 volte al secondo ha una frequenza di 256 Hz e origina la nota chiamata Do. Il Do dell’ottava successiva, invece, lo troveremo a una frequenza doppia: 512 Hz. L’orecchio umano mediamente riesce a percepire suoni che vibrano da un minimo di 16/20 frequenze al secondo a un massimo di 16.000/20.000 Hz. Più il suono vibra lentamente, più lo percepiamo basso, più vibra velocemente e più lo percepiamo alto.
Ampiezza
L’ampiezza dell’onda definisce l’intensità: tanto più è ampia l’onda, tanto più forte sentiremo il suono e tanto più durerà nel tempo, percorrendo anche maggiori distanze nello spazio.
Timbro
Il timbro dipende invece dal numero e dall’intensità degli armonici che accompagnano il suono fondamentale. Negli strumenti musicali la varietà dei timbri (legni, ottoni, archi) dipenderà dalla forma e dal materiale usati; nella voce umana, invece, dalle caratteristiche delle corde vocali e dalla conformità anatomica della cavità orale e nasale. La stessa nota, lo stesso Do, emesso da un pianoforte, da un violino o da una cantante avranno, per questo motivo, timbri diversi. Suonando le nostre campane affiniamo l’ascolto, cerchiamo le diverse tonalità, i differenti colori che producono, ascoltiamo le relazioni tra le sonorità e dove ci colpiscono le vibrazioni.
E teniamo sempre a mente l’importanza del nostro stato d’animo, la componente suonatore:
È importante che la persona che invita la campana al suono
rassereni prima di tutto se stessa.
Se il suo corpo, la sua parola e la sua mente sono sereni e in armonia,
quando invita la campana, il suono sarà pieno, bello e gioioso;
questo aiuterà coloro che ascoltano a risvegliarsi al momento presente
e a vincere l’ansia e il dolore.
Thich Nath Hanh
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