Vocalizzazioni
Da diversi anni, con un gruppo di amici abbiamo dato vita ad una attività esperienziale, per cui ci ritroviamo il lunedì condividendo del tempo in cui vocalizziamo.
Il nostro strumento
Iniziamo con circa mezz’ora di Qi Gong condotto da Maria ed Elisabetta. Prepariamo cioè “lo strumento”, ovvero il nostro corpo, per essere una buona e flessibile cassa di risonanza, che produca le giuste vibrazioni e quei suoni pieni che procurano tanto benessere. La parte della vocalità per la rimanente ora, può essere di volta in volta condotta da Mauro con a volte, alcuni miei suggerimenti.
Le caratteristiche delle vocalizzazioni
Delle vocalizzazioni ne abbiamo già parlato in altri articoli ma voglio riproporre questo argomento, per approfondirne alcune caratteristiche. È un gruppo che nel corso del tempo, ha visto alcune persone aggiungersi ed altre lasciare. La cadenza è quindicinale ed è autogestita. Significa che, in teoria nessuno di noi è il leader del gruppo e che ognuno dei partecipanti ha un impegno oltre che con se stesso, con gli altri, e se non si può essere presenti, generalmente ne viene data comunicazione all’interno dell’apposita chat. Chiunque si sia inserito è stato accolto con naturalezza e chi ha lasciato è ancora nella chat… non si sa mai. La coralità dei suoni che pratichiamo in varie modalità, può essere associata, per significato a parole quali collettività, compattezza, unanimità, universalità. Altri sinonimi rintracciabili più nel mondo musicale, possono essere: accordo, armonia, consonanza, unisono, sintonia.
La propria voce
Ancora, continuando il gioco delle parole richiamate, possiamo citare: intesa, corrispondenza, concordia, concordanza, comunanza, comunione, unione, conformità, simpatia, compatibilità… Ognuna di queste parole, meriterebbe attenzione e confronto. Sono termini che indubbiamente richiamano un senso positivo dello stare insieme e di “lavorare”. Chi sta leggendo, potrebbe sentirsi vicino ad uno o più di questi vocaboli. O pensare di svilupparne qualcuno. È senz’altro auspicabile, e sicuramente c’è qualcuno che già lo sta facendo, ma insieme a questo bisogna ricordare che, all’interno del gruppo (come in ogni gruppo che si conosca) sono riconoscibili conflitti relazionali e di riconoscimento dell’altro, gestione scorretta del proprio potere, rivendicazioni di attenzione personale, giochi manipolativi, difficoltà a prendersi il proprio spazio e far sentire nello specifico la propria voce…
Ma poi arriva il suono delle vocali che fa decantare il tutto e che ti porta oltre la zona difficile. È un interessante “esperimento”, in quanto piuttosto che dare spazio alle umane difficoltà che potrebbero innescare impasse e sfiancanti recriminazioni, per esempio, le vocalità “aggiustano” i vissuti e le emozioni in modo tale da dare la giusta importanza ad ogni elemento e far prevalere il buon incontro. In qualche modo, l’essere focalizzati sul “compito” permette di andare oltre le problematiche psicologiche di ognuno, in alcuni casi anche disinnescare dinamiche non costruttive dello stare insieme.
Un tappeto di suoni
Non c’è bisogno di particolari doti canore o studi in tale direzione. Emettere un suono naturalmente impostato, ben tenuto, sostenuto nella sua emissione è possibile per ognuno di noi. La “magia” che un tappeto di suoni genera è ogni volta unica e irripetibile. In pratica gli armonici che ogni partecipante crea con la propria vocalità, danno luogo ad armonie e melodie che riempiono la stanza e toccano il nostro essere. Si condividono vibrazioni, stati d’animo e tanto altro. Si creano percezioni parallele, ci si apre a sensazioni ed impressioni personali, accompagnate da diverse emozioni. Si sviluppa la capacità di ascolto, di stare nel ritmo, di scoprire la propria voce e quella dei nostri amici. Nelle società tradizionali, nelle tribù ad esempio, si creavano e si creano molte occasioni per cantare insieme. Noi pur non essendo una tribù in senso letterale, portiamo avanti i nostri incontri consapevoli che i benefici toccano diverse sfere: relazionale, sociale, intima, personale, cognitiva e naturalmente l’aspetto della cura.
I benefici delle vocalizzazioni
Parlando personalmente, ne ottengo diversi benefici. Generalmente prevalgono vari sentimenti come l’allegria, il rilassamento, la contentezza, l’unione amicale. Infatti, da un punto di vista psicologico, è una ottima occasione per condividere il senso di riconoscimento con gli altri. La fiducia, che proviene dal “fare insieme”, dal condividere, che mi permette anche inconsciamente di esprimermi senza indugio ma nel rispetto degli altri. La forza interiore, che scaturisce proprio dai suoni che incontrandosi ed unendosi, nutrono e rafforzano profondamente il mio essere. L’alchimia è l’arte della trasformazione, e ad ogni incontro a mio avviso, accade una trasformazione personale e collettiva. La potenza del suono corale, è infatti quella di generare movimento, vibrazione. Il movimento sappiamo bene che genera cambiamento. Si crea uno spazio infinito, in cui ognuno può fare la sua esperienza. Le vocali in particolar modo si dice che siano la vita del suono, “suoni di vita”. Con le vocali si generano suoni “primordiali” che a parer mio non richiamano un significato. Questo è un aspetto importante e vincente della nostra esperienza. Permette infatti di concentrarsi sul suono, sulla sonorità e quello che ci induce a livello di sensazioni o a livello fisico. Inoltre ci fa stare nel “qui e ora”. Una parola al contrario, può innescare un processo di ricordi e significati, di collegamenti con il proprio vissuto che può rimettere in moto quel lavorio mentale, allontanandoci dal presente.
Alcuni effetti positivi
Entro nello specifico di alcuni effetti positivi individuali riscontrati in maniera scientifica con studi che li confermano. ll muscolo del diaframma si elasticizza, migliora la capacità polmonare/respiratoria. Ne consegue un miglioramento a livello circolatorio e benefici per il muscolo cardiaco e la ossigenazione dei tessuti. Si rinforza il sistema immunitario, aumentano i livelli di endorfine, serotonina e ossitocina in circolo. Diminuisce la produzione di cortisolo (l’ormone dello stress), diminuisce la tensione muscolare, è defaticante, riduce gli stati di ansia cronici. Migliora il livello di autostima e l’umore. Rallenta inoltre il decadimento cognitivo, contribuendo alla plasticità neuronale che permette di ampliare le connessioni sinaptiche, fondamentali per mantenere il cervello “giovane”. Svolgere questa attività in gruppo, oltre ai benefici suddetti permette di sviluppare alcune qualità, come ad esempio il rispetto per l’altro e il riconoscere i suoi confini. Possibilmente anche sospendere il giudizio e compartecipare al suono dell’altro in un mutuo sostegno. E dunque anche coltivare la “non competizione”, spingendosi fino a quel senso di protezione reciproca, di incoraggiamento che genera un clima rilassante, amichevole e giocoso. Non prendersi troppo sul serio direi che è il mio motto in questi incontri, pur portando avanti spero, una presenza costruttiva e propositiva. Rimanendo sul significato positivo del vocalizzare in gruppo, pongo l’attenzione sul rafforzamento “del saper stare insieme”. Lo psicologo Nick Stewart mediante una ricerca ha valutato che, le persone partecipanti ad un coro hanno maggior senso di solidarietà e cooperazione nello svolgere compiti collettivi, rispetto a gruppi di altro genere.
Vocalizzazioni e quinto chakra
Vocalizzare interessa il quinto chakra (Vishudda). Questo centro energetico infatti è collegato alla parola, al suono, alla comunicazione. Il suo nome sanscrito significa “PURO”. Vishudda è infatti collegato alle facoltà espressive, alla sincerità, alla comunicazione, all’ascolto, alla diplomazia e all’espressione creativa. L’elemento collegato ad esso è l’etere, e l’energia che lo caratterizza è quella del suono. Quando questo chakra è equilibrato ed aperto, ne beneficia il nostro lato creativo e le nostre relazioni sociali. Lo spazio etereo rappresenta in noi l’assenza di giudizio, permettendoci una espressione cristallina. Da queste note possiamo capire come il significato di questo chakra è intrinsecamente unito ad alcune qualità e caratteristiche già menzionate, da sviluppare o rafforzare in ognuno di noi. Per tutto quello finora espresso, mi verrebbe da suggerire fin dalle scuole primarie un lavoro di questo tipo con i bambini! Ci sarà sicuramente da qualche parte del mondo qualcuno che ne starà facendo esperienza, oltre naturalmente alle tribù a cui accennavo in precedenza. Iniziare con attività di questo genere fin da piccoli farà crescere un essere umano più centrato sulla collaborazione che sulla competizione e vivremmo tutti in un mondo decisamente più rilassante ma soprattutto con un maggior grado di evoluzione personale e collettivo. Non so quanto ancora il nostro gruppo rimarrà coeso ed attivo, ma per il momento mi auguro che le nostre buone vocalizzazioni aiutino ognuno di noi a stare meglio, e a realizzare la propria natura più profonda e vera.
(I lunedì delle vocalizzazioni) è nel Magazine
Questo articolo si trova nel Magazine n° 16, dal quale chi vuole lo può scaricare gratuitamente in PDF.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.