Il corso di formazione è un’occasione per apprendere una tecnica, percorrendo le vie dell’interiorità, risuonando insieme consapevolmente
Un’occasione d’incontro
Il corso di formazione come occasione d’incontro. È un’opportunità per sperimentare il senso profondo delle affinità umane, scoprendo le risonanze più sottili. In fondo, senza questo tipo di attitudine alla ricerca, non penso abbia senso frequentare un corso di formazione per diventare un operatore olistico in massaggio sonoro.
La ricerca delle risonanze interiori
È sempre benvenuto l’interesse per il mondo delle cure vibrazionali, allo stesso tempo, in questi anni di percorsi formativi, abbiamo potuto osservare che un elemento fondamentale per sviluppare la capacità di saper ascoltare è la curiosità verso il nuovo. Chiaramente sembra un’affermazione ovvia, ma saper lasciar andare i nostri rassicuranti bagagli cercando nel silenzio di scoprire anche il “non conosciuto” non è facile.
Gli alleati nel percorso di formazione
Fortunatamente in queste ricerche abbiamo degli ottimi alleati che lavorano in profondità, al di là della nostra volontà cosciente. Le onde meccaniche prodotte dalle vibrazioni delle campane tibetane tolgono quello che non serve e danno luce all’essenza. E questa sembra un’affermazione di carattere filosofico, anche, ma è palese e tangibile a tutte le persone che partecipano ai percorsi di formazione. Le coerenti sonorità di questi strumenti della tradizione sciolgono i ristagni del metabolismo. Utilizzando le campane tibetane, lentamente, ma in maniera costante, si avverte una distinta sensazione di rinnovamento.
La magia del gruppo
L’aspetto sorprendente, anche da un punto di percezione strettamente visivo, è che tutti si accorgono di questi cambiamenti, le persone del gruppo appaiono inevitabilmente ringiovanite.
Gli stati coerenti
Per esperienza possiamo dire che nel gruppo si crea uno “stato coerente”, la conseguenza è che si realizza un notevole risparmio d’energia. Emilio Del Giudice, Il compianto fisico napoletano, ricorreva a una buona metafora per spiegare gli stati coerenti e non coerenti, a livello molecolare. Raccontava che lo stato non coerente corrisponde a una folla, lo stato coerente a un corpo di ballo che richiede una musica per poter danzare. Le nostre campane producono quella buona musica per poter danzare. D’altra parte sappiamo che il 99% delle molecole che compongono il corpo mano sono molecole d’acqua, possiamo quindi ben dire che siamo in sostanza, acqua in movimento.
La danza dell’acqua nel corso di formazione
Uno dei pilastri dei corsi di formazione è “La danza dell’acqua e le campane tibetane”. E’ diventato anche un testo pubblicato nel 2017, grazie alle Edizioni Mediterranee. Ogni volta facciamo vedere come danza l’acqua all’interno delle nostre campane. Appena il batacchio di legno che le accompagna, comincia a produrre attrito girando sul bordo delle campana, compaiono le prime sottili tessiture sulla superficie dell’acqua. Inizia il movimento e si creano delle forme geometriche in continuo fermento. È un semplice esempio per far percepire che il suono crea la forma, tradotto in termini yoga, il mantra crea lo yantra. Sta a noi ricercare il suono per trovare la nostra matrice originale, e in questo percorso entrano in scena lo stupore, la bellezza e il senso di vicinanza con gli altri.
Il noto ricercatore e musicoterapeuta francese Fabien Maman ha scoperto nei suoi anni di ricerca nel campo del suono che: Esiste una frequenza unica per ogni individuo che pare risuonare dall’interno all’esterno in modo particolarmente chiaro e completo. Io chiamo questa frequenza suono fondamentale dell’individuo.
Apprendere le tecniche e sperimentarle in gruppo
Sono tante le tecniche che si apprenderanno, da diversi fonti di conoscenza. Ci sarà il tempo di sperimentarle insieme, per ottenere una personale armonia. Ricordo sempre le parole di saggezza di Thich Nath Hanh: È importante che la persona che invita la campana al suono rassereni prima di tutto se stessa. Se il suo corpo, la sua parola e la sua mente sono sereni e in armonia, quando invita la campana, il suono sarà pieno, bello e gioioso; questo aiuterà coloro che ascoltano a risvegliarsi al momento presente e a vincere l’ansia e il dolore.
Formarsi in gruppo aumenta e migliora la qualità dell’apprendimento. È bello osservare i movimenti energetici che accadono tra i partecipanti ai corsi. Una qualità che si incentiva nel lavoro di gruppo è proprio quella dell’osservazione neutra. Anche questa capacità sarà preziosa nella pratica professionale post formazione. Saper cogliere le sfumature nell’altro, è il frutto di una mente attenta e ironica.
L’essere insieme
Il Centro Studi “La Voce del Carro” lavora convintamente nei percorsi che mirano alla conoscenza di sé. Abbiamo scelto un nome che fa riferimento a una immagine della tradizione, il Carro rappresenta l’Uomo e la Strada il suo percorso di Vita. Il desiderio e l’obiettivo è quello di armonizzare il cammino ascoltando la nostra Voce Interiore. Siamo tutti in continua trasformazione, gli incontri, le informazioni che veicoliamo e riceviamo ci ricordano che siamo una parte nel Tutto. L’essere insieme fa parte della nostra filosofia, ed è per questo motivo che promuoviamo frequentemente nuove proposte e occasioni d’incontro, per conoscere, condividere e generare nuove realtà. In questo particolare momento storico è fondamentale lavorare in gruppo, per realizzare progetti all’insegna del rinnovamento creativo.
L’Era dell’Acquario
Siamo nell’Era dell’Acquario che si manifesta con il senso di comunione nel valore della solidarietà. Il pianeta Urano domina il segno dell’Acquario, ed è il portato- re dell’innovazione, gli schemi del passato devono cambiare per essere efficaci nel presente, con la capacità di sapersi proiettare nel futuro. Urano è sinonimo di movimento, nell’ottica di sviluppare le competenze personali, realizzando il collegamento tra la coscienza universale e quella umana nella collettività, è un ponte tra l’uomo e il divino.
Per Dane Rudhyar: Urano può essere concepito come “La Voce di Dio” la forza creativa del Suono mistico che, secondo l’antica tradizione indiana pervade tutti gli spazi.
Nel Magazine n° 14
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