Si dice che, ad un certo momento della sua crescita e sviluppo sulla Terra, l’uomo abbia compreso che la collaborazione con altri simili, gli recava dei vantaggi a livello personale
Il gruppo
L’essere umano, per alcune discipline come l’antropologia, la sociologia e la psicologia, può essere compreso ed osservato al meglio, proprio quando è inserito in contesti di gruppo.
Il gruppo in questo momento…
Mi rendo conto che la tematica del gruppo, in questo momento, possiamo intenderla come un collegamento con il nostro passato recente o come condizione auspicabile a breve. Può essere altresì un modo per rivedere e ripensare dal “distanziamento sociale” che stiamo avendo con gli altri, il significato personale che noi diamo allo stare in gruppo. Ciò che segue può anche essere motivo di riflessione e di spunto per un cambiamento nelle dinamiche da noi messe in atto appena torneremo a condividere del tempo insieme.
Il colore del gruppo
Ognuno di noi nel corso della sua vita, ha fatto parte e fa parte continuamente e a vario titolo, di uno o più gruppi contemporaneamente (famiglia, lavoro, studio, amicizie…). Negli ultimi anni, compartecipando alla formazione in massaggio sonoro, ho contribuito e allo stesso tempo sono entrata a far parte del gruppo di studio che si creava per l’occasione. Ogni volta, dal mio personale punto di vista, ho potuto osservare come a seconda dei partecipanti il gruppo aveva “un suo colore” e come anche il mio vissuto, comportamentale ed emotivo fosse diverso.
Per l’evoluzione e la crescita personale
Per il tipo di lavoro che svolgo ho più dimestichezza con il rapporto a due – terapeuta/paziente e perciò la realtà del gruppo non sempre mi risulta facile e scorrevole. Allo stesso tempo, mi pone in un atteggiamento di curiosità e aspettativa, di predisposizione all’ascolto e all’osservazione di ciò che sarà la vita di quel preciso gruppo. Cosa porterò per arricchirlo e/o dare un contributo si spera positivo, e cosa significherà per me, per la mia evoluzione e crescita personale?
La risonanza
Pensando alle prossime occasioni per stare insieme, voglio immaginare questo gruppo come un incontro vibrazionale di esseri umani, ognuno dei quali avrà scelto di partecipare per una sua particolare risonanza. Ad esempio in relazione alla curiosità o all’interesse per le attività proposte, al luogo fisico, o per vicinanza emotiva, spirituale con qualche altro partecipante che magari ancora non conosce! Vorrei provare, con l’aiuto di studi psicologici e sociologici a porre l’attenzione su alcuni aspetti/caratteri comuni a tutti i tipi di gruppi.
Sentimento di appartenenza e/o radicamento: cioè il condividere una base ideologica, come per esempio una filosofia di vita, una religione, un movimento politico, una corrente di tipo esistenziale, spirituale. Nel nostro caso potrebbe essere l’intento di condividere del tempo, per apprendere e praticare tecniche per il nostro e l’altrui benessere.
L’interdipendenza: qui nell’accezione di interdipendenza positiva. Ogni persona può sentirsi indispensabile per il gruppo, diciamo che sarebbe auspicabile! Ci si può sentire collegati gli uni agli altri. Penso che questo è ancor più possibile quando ci si trova in un luogo non abituale, e anche lontani da casa. Nell’interdipendenza, almeno per il senso che ha per me, ogni persona con le proprie capacità, ha la possibilità di essere utile in quel momento all’intero gruppo, portando il suo contributo, che potrà essere riconosciuto e apprezzato dagli altri. È come se ognuno di noi diventasse un catalizzatore, un addizionante di energia per il beneficio dell’intera comunità.
Coesione di gruppo: a tutti gli effetti è un aspetto fondante del gruppo. Come dire, se non c’è coesione non si può certo parlare di gruppo! Molto importante più che gli aspetti razionali, sembra- no essere i fattori emotivi che costruiscono la coesione. E dunque penso che più saranno presenti emozioni quali affetto, amore, riconoscenza, collaborazione, condivisione, empatia e altri ancora, maggiore sarà la capacità di coesione del gruppo.
Definizione di una leadership: senza addentrarmi nei vari tipi di leader che possiamo incontrare, si può senz’altro dire che maggiore é il grado di riconoscimento e accettazione del leader da parte dei partecipanti, migliore sarà la riuscita del gruppo.
La socializzazione: ha vari obiettivi, vediamone alcuni.
- Offrire un certo grado di sicurezza ai partecipanti;
- facilitare i processi di apprendimento, attraverso il feedback continuo e il confronto con gli altri;
- sostenere la maturazione affettiva dei singoli individui, con la regolazione e il controllo ad esempio delle manifestazioni pulsionali, che in alcuni casi il singolo ha più difficoltà a regolare da solo.
Quest’ultimo punto, secondo me, per quello che ci riguarda sarà ulteriormente facilitato dal lavoro che spesso andremo a svolgere in coppia. Ogni gruppo rappresenta una complessità, che permetterà ad ognuno di noi di mettere in pratica delle qualità/capacità che faciliteranno lo scorrere della formazione:
- l’arte dell’accoglienza dell’altro;
- la condivisione dei vissuti emotivi;
- la capacità della ricapitolazione dei contenuti esposti; l’accettazione dell’altro e delle sue istanze;
- l’informazione sul programma/attività ancora da svolgere;
- il contenimento e, quando possibile, l’elaborazione di eventuali aspetti problematici.
Il concetto di incontro
Voglio tornare al concetto di incontro, perché così può essere definito semplicemente un gruppo: l’incontro fra persone. La classica disposizione che spesso rappresenta un insieme di persone è quella del cerchio. Per alcuni è la figura più naturale e perfetta tra tutte. Può simboleggiare l’armonia, il cielo come ciclo perenne della vita. Simbolo del tempo ciclico, infinito e universale e dunque dell’eternità. Per me è anche contenimento, protezione, è come un cuore pulsante energia.
In cerchio
Un esempio per spiegare la mia idea, è ciò che a volte succede in alcuni momenti di vocalizzazioni fatte stando in cerchio, c’è un continuo rimando di suoni. Il proprio suono incontrando quello dell’altro si amplifica, in alcuni casi diviene più bello e armonico. Inoltre spesse volte è capitato che si generassero come dei “canti angelici” che nessuno aveva intonato. In questo caso è il “prodotto” del gruppo e delle sue risonanze, espressione e constatazione di ciò che insieme, e non da soli si può creare.
Accogliere
Ed è un po’ questa l’idea, o meglio l’immagine che ho in mente per la nostra prossima formazione: un bel cerchio fatto di persone e di vibrazioni, che man mano si trasformerà in relazione ai partecipanti e alle attività svolte. Si muoverà con noi pronto ad accogliere chi arriverà. Una vibrazione sempre presente, come il mare che accoglie i vari bagnanti, ad ognuno regalando una esperienza e ricevendo da ognuno qualcosa di unico!
Altre informazioni
L’articolo si trova all’interno del nostro Magazine n° 7 . Tutti i contributi di questo “numero” trattano come poter essere attivi consapevolmente, con informazioni particolarmente mirate e, utili da poter praticare, durante il particolare periodo di emergenza “Covid”.
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