Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno
(Martin Luther King JR)
Foto di Polly Dot
In terrazzo
Mentre mi accingo a scrivere le prime frasi di questo articolo, sono sul mio terrazzo. È sera e leggermente distante da me c’è un gruppetto di bambini che sta giocando “rumorosamente”. Intanto uno dei miei gatti, dei tre il più cacciatore, si sta infilando in mezzo ad una pianta rampicante in cerca della sua preda. Fortunatamente si ritrae senza aver fatto “danni” e si sdraia sotto l’ulivo per prendere un po’ di venticello. La prima scena è ciò che mi si presentò quando con mio marito venimmo a vivere qui. L’apprezzai molto, perché a differenza del precedente domicilio, dove non c’era questa dimensione, vedere e sentire (ad una certa distanza sia chiaro!) dei bambini giocare, personalmente mi emoziona positivamente.
Le endorfine
Mi rallegra e mi rilassa. È la vita che scorre sotto forma di divertimento, immagino buone emozioni o comunque emozioni forti, che fanno stare nel qui e ora i partecipanti, con un buon livello di endorfine in circolazione. Le endorfine per chi ancora no lo sapesse, sono un gruppo di sostanze chimiche prodotte dal cervello, neurotrasmettitori con proprietà analgesiche, euforiche e/o di rilassamento, uno degli ormoni del piacere insomma!
La reazione Lotta e Fuga
La seconda scena, per me schematicamente complementare alla prima, che vede il mio gatto alle prese con il suo istinto di cacciatore, mi permette di introdurre uno dei temi di cui voglio parlare in questo articolo, la “Reazione di Lotta e Fuga” (Fight or Flight Response o FFR). La percezione di un pericolo, e insieme l’emozione della paura, del terrore o del panico, provoca il rilascio nel sangue delle catecolamine, tra cui la conosciuta adrenalina. Si è così pronti a fuggire o a lottare. Vediamo alcuni altri effetti che ha la FFR sull’organismo:
– il tono muscolare aumenta;
– la ventilazione polmonare diventa più frequente; – il cuore accelera; – il sangue oltre a veder aumentare il suo livello di zucchero si va a concentrare nelle fibre muscolari, allontanandosi dalla cute e dagli organi interni; – la pressione ematica aumenta e diminuisce il suo tempo di coagulazione; – l’attività intestinale accelera.
La paura della malattia
Anche se sono cambiate le cause, e sono passati un’infinità di anni, questo meccanismo, da sempre presente nell’uomo, è ancora ben attivo in noi, e possiamo comprendere che gli effetti che produce, non possono essere tollerati a lungo dal nostro organismo, se vogliamo ovviamente mantenerci in buona salute.
Questo circuito ha sede in quello che fu definito “cervello rettiliano” (anatomicamente tronco encefalico). Fortunatamente, viene regolato dalla parte cognitiva, che a sua volta permette una reazione emotiva generalmente adeguata alla situazione, con la conseguente risposta di tipo fisico e/o comportamentale, funzionale per noi stessi. Ma non sempre è così!
Evidentemente dipende dalle capacità e dalle risorse di ognuno, ma anche da quante e quali situazioni dobbiamo “processare”. Faccio un esempio per andare avanti nel mio discorso: come sta accadendo ormai da diversi mesi, più o meno a tutti noi ci viene presentato un modello del mondo negativo, con immagini legate alla morte, alla sofferenza, a continui divieti, regole che magari non riteniamo giuste, paura della malattia. Un futuro incerto, informazioni il più delle volte contradditorie fra di loro, in cui viene data per certa una cosa e poi esattamente il suo contrario, e dove è molto difficile sia lottare che fuggire. Cosa avviene in questi casi? Avviene che, questa “inibizione prolungata all’azione”, questo vissuto di impotenza, di passività indotta, addirittura di paralisi, isolamento, panico, provoca la secrezione ininterrotta di alcuni ormoni.
La paura e gli effetti
Ad esempio la noradrenalina, che favorisce la compressione arteriosa cronica, e dunque l’ipertensione, e il cortisolo che causa un abbassamento delle difese immunitarie. Ci sono diversi termini utilizzati per specificare i diversi gradi e tipi di paura. Sarà senz’altro una risposta personale, ma è indubbio che essendo una emozione primaria, (vi ricordate il cervello rettiliano?) necessiterà per la sua trasformazione di un buon lavoro con le molteplici tecniche che esistono nel panorama psicologico, olistico e non solo.
I Fiori di Bach
A questo proposito, la consulenza floreale che prevede dei colloqui e successiva formula con i Fiori di Bach è un buono strumento per sostenere la persona nella trasformazione di questi stati d’animo. Di seguito vi vado a proporre delle essenze consigliate per la paura e tutte le sue molteplici sfaccettature, sapendo che per la riuscita del percorso è necessario personalizzare la scelta. Tutto il lavoro del Dott. Bach, in realtà si potrebbe dire che ruota intorno a questa emozione in quanto egli la definì“ la grande carceriera”madre di tutte le tensioni…avendo ben compreso che si può presentare sotto varie vesti. Ho scritto già in altri articoli l’aspetto centrale che riveste nel modello di Bach, la lezione da apprendere o virtù da sviluppare durante questo passaggio sulla Terra. Egli evidenzia 12 Fiori tipologici (le varie personalità) e per ognuno di questi c’è una corrispondenza con la lezione che siamo venuti ad apprendere in questa vita e il difetto da superare.
Mimulus e la paura
Uno dei Fiori Tipologici è MIMULUS, il cui difetto da superare è proprio la PAURA, e la virtù da
sviluppare è la COMPASSIONE. Ci si poteva aspettare che fosse il coraggio ciò che doveva essere sviluppato, e invece il Dottor Bach ci sorprende parlando di compassione. Ma cosa intende? Da bravo e profondo conoscitore dell’essere umano sapeva che una “personalità mimulus” in cui prevale la timidezza, la paura del giudizio negativo, del ridicolo nei confronti degli altri, la credenza di essere inferiore, l’insicurezza, la vulnerabilità, ecc…farà fatica ad agire il sentimento di compassione nei confronti del prossimo. Se pensa, o è convinto che l’altro è li per giudicarlo, per ridicolizzarlo, non sarà in grado di avvicinarsi e fare ad esempio qualcosa di concreto per aiutarlo. In questo stato, i rapporti con gli altri possono essere vissuti come una minaccia e dunque, meglio ritirarsi, isolarsi per evitare eventuali stati ansiosi. In realtà non ama la solitudine, ma gli dà sicurezza e il livello di ansia può così diminuire. E dunque è la compassione la lezione che questo tipo di personalità deve apprendere. Compassione intanto verso se stesso e le proprie difficoltà, ma soprattutto verso gli altri, sviluppando empatia che avvicina e accomuna gli esseri umani. ROCK ROSE è un altro Fiore Tipologico, che vede come difetto da superare il TERRORE attraverso lo sviluppo della virtù del CORAGGIO. La persona in questione vive molto spesso in uno stato di allerta permanente, per “minacce” che provengono per lo più dall’esterno. E’ una reazione sproporzionata per fatti che normalmente dovrebbero essere gestiti prevalentemente con calma e tranquillità: fare un discorso in pubblico, la vista di un insetto, una pacca sulla spalla. C’è un’attività eccessiva dell’amigdala, si può avere la sensazione di“fine imminente”con forte pressione a livello del plesso solare e tutte quelle reazioni FFR che ho schematizzato precedentemente. Il terrore, il panico, sono purtroppo emozioni contagiose. L’utilizzo di questa essenza laddove ce ne sia necessità, sarà utile per mantenere la calma in situazioni estreme e dare voce alla parte razionale e all’autocontrollo. Necessaria inserirla nella formula per gli attacchi di panico ad esempio. Tralasciando i Fiori Tipologici, incontriamo CHERRY PLUM. Essenza utile per tutte quelle situazioni in cui sentiamo di non riuscire a controllare la nostra mente, ci sembra di impazzire. Si può creare cioè una sorta di “corto circuito”in cui perdiamo lucidità e capacità di essere equilibrati. Attacchi di aggressività, vissuti angoscianti. Per esempio stati di frustrazione per un obiettivo che sfugge, può generare una perdita di controllo così come il dolore e la paura. ASPEN altro Fiore collegato alla paura, in questo caso intesa come apprensione, presagio di qualcosa che ci sta per accadere, ma che non si riesce a definire, a precisare. In qualche modo si può considerare come la “madre di tutte le paure” perché è la più archetipica, ancestrale. C’è una profonda separazione tra la personalità e l’ani- ma e questo distacco genera inevitabilmente questa emozione. Ho usato Aspen per sostenere una persona che fra i sintomi presentava risvegli notturni, con la sensazione che fosse presente una qualche entità. Questa sensazione le procurava un senso di oppressione al petto, paura, ansia e difficoltà a dormire. Dopo poco l’utilizzo di questa essenza insieme alle altre adatte al caso, questo vissuto è scomparso e fino ad ora non si è più ripresentato. L’ultimo Fiore di cui vi vorrei parlare è RED CHESTNUT a me molto caro. È l’essenza per chi vive paura, preoccupazione ed ansia eccessiva per gli altri. È utile per chi“sente sulla propria pelle le cose che accadono agli altri”. Anche qui c’è una sorta di contagio: “tu senti dolore e anche io sento dolore”. Utile (ormai da tanto tempo sempre presente nella mia formula) per chi lavora in luoghi di sofferenza, ad esempio ospedali, luoghi di detenzione, etc…
La personalità
Naturalmente queste essenze vanno sempre scelte in base al caso specifico. Ciò che si sconsiglia è, nel dubbio, di metterle tutte nella stessa formula, laddove ci siano comunque dei vissuti legati al sentimento di paura. Importante è sempre fare un’analisi differenziale, per scegliere ciò che è più opportuno. Andrà sempre considerata la personalità che abbiamo di fronte con le sue molteplici sfaccettature.
Nel Magazine n° 8
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