
La sinestesia e il massaggio sonoro con le campane tibetane
Il massaggio sonoro
Durante l’esperienza del massaggio sonoro con le campane tibetane (msct) è capitato in più occasioni che alla persona ricevente ad occhi chiusi, si sia attivata la visione di uno o più colori. Con l’attitudine del “ricercatore” ci siamo chiesti se ci fossero delle spiegazioni scientifiche che supportassero questa bella esperienza e abbiamo iniziato questo lavoro che ora andiamo a condividere con voi.
Le neuroscienze
Le neuroscienze chiamano questo fenomeno sinestesia, dal greco: “percepire insieme”, la stimolazione di un canale sensoriale cioè dà luogo a due eventi sensoriali distinti ma conviventi. Un esempio fra i più comuni è la vista di un frutto che ne attiva il sapore pur non mangiandolo. Se ci pensiamo bene, l’esperienza del msct è già una “contaminazione sensoriale”. Ovvero l’unione fra il senso del tatto (la vibrazione della campana) e quello dell’udito (le sonorità della campana).
La sinestesia
Ci sono tanti tipi diversi di sinestesia, fra i più significativi troviamo proprio quello fra i sensi dell’udito e della vista. La “forma pura” di sinestesia è quella che si manifesta automaticamente come fenomeno percettivo e non cognitivo. Il fenomeno è involontario ma una maggiore attenzione prestata dal soggetto, può evocarlo con più consapevolezza.
E’ un fenomeno biologico che si manifesta frequentemente nelle persone mancine, nelle donne, in chi è affetto da allochiria, in casi di dislessia e raramente nell’autismo. E’ di tipo unidirezionale, cioè se alla vista di una nota musicale è unito un colore, alla vista del colore non si associa la corrispondente nota musicale. La sinestesia può inoltre essere indotta, come nei casi di deprivazione sensoriale, meditazione, con l’uso di droghe. In tutti questi casi si parla di pseudo sinestesia. Fra le sinestesie più frequenti troviamo quella tra la visione di una lettera o di un numero che dà luogo all’attivazione di un colore.
Neurologia
Le basi neurologiche di questo fenomeno si trovano nell’area temporale dell’emisfero sinistro e più precisamente nel giro fusiforme (deputato al riconoscimento di viso/corpo, delle parole, dei numeri, e informazioni cromatiche). Le teorie che spiegano il perché sono invece diverse. Molti autori concordano che ogni persona nasce con tantissime connessioni neuronali e che nel corso soprattutto dei primi mesi di vita avviene il fenomeno chiamato pruning: “potatura”. “Sfoltimento” per cui andiamo a perdere una certa quantità di queste connessioni. Secondo Ramachandran nelle persone sinestesiche c’è un eccesso di connessioni neuronali o potremmo dire che in loro non si è verificato il pruning. Questo fa si che ad esempio all’ascolto di una musica, di un suono si attivi l’area specifica del suono che a sua volta attiva l’area specifica dei colori, zone comunque contigue. Grossenbacher sostiene che nei sinestesici alcune connessioni neuronali risultano ancora attive o per meglio dire utilizzate, a differenza delle persone che non vivono questo fenomeno percettivo.
Le connessioni neuronali
Interessanti anche gli studi di Baron-Cohen e coll. Secondo loro il fenomeno deriva da una sovra abbondanza genetica di connessioni neuronali. Hanno osservato come a distanza di anni le persone sinestesiche mantengano le stesse associazioni ad esempio fra grafema e colore. Inoltre scansionando con la PET e risonanza magnetica il cervello dei soggetti con “ascolto colorato”, hanno constatato che all’ascolto di determinati suoni corrisponde una attivazione delle aree deputate alla visione (maggiore afflusso di sangue). Il soggetto può vedere internamente forme e colori “con l’occhio della mente”. Oppure fuori dal corpo ad una distanza pari all’estensione del proprio braccio. Smilek e colleghi hanno potuto constatare che all’utilizzo più frequente di un grafema corrisponde una maggiore luminosità del colore ad esso associato.
Le campane tibetane
Ecco una recente esperienza di ascolto del suono delle campane tibetane. Una persona che partecipava ha raccontato di aver visualizzato delle pietre colorate usate abitualmente nel proprio lavoro ma più luminose di come sono nella realtà. Un’altra spiegazione del fenomeno sinestesico chiama in campo le aree polisensoriali (solco temporale superiore) per cui un grafema, un suono, attivano un neurone polisensoriale. E può disperdere il suo messaggio sulla vicina via percettiva del colore. Queste sono alcune delle ricerche in questo campo. Una nota condivisa è senz’altro quella di considerare questo fenomeno come molto comune nei primi mesi di vita e quindi mi fa piacere pensare che è una esperienza vissuta dalla maggior parte di noi. Un neonato facilmente vive la voce della mamma anche come un colore e un profumo ad esempio. Ricevere un msct è una opportunità per ampliare e riunificare il personale mondo sensoriale, interiore ed emotivo, per stimolare e ritrovare quella ricchezza che alcuni di noi hanno lasciato indietro.
Formazione
Nei nostri percorsi di Formazione cerchiamo di indagare queste realtà con le quali entriamo in contatto durante le esperienze con il msct. Sono opportunità di libertà creativa che possiamo regalare a noi stessi intesi come unità psico-spirituale.
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