L’esperienza con i suoni e le vibrazioni delle campane all’interno dei trattamenti shiatsu
Una campana tibetana
Da diversi anni avevo acquistato una campana tibetana con l’idea, piuttosto vaga, di utilizzarla un giorno nell’ambito dei trattamenti shiatsu, all’epoca non sapevo nemmeno lontanamente come si dovesse suonare. Era rimasta a far bella mostra di se su uno scaffale ma finalmente il suo momento è arrivato
Il massaggio sonoro
La scoperta di questo mondo magico e inconsueto, attraverso il corso di “Massaggio sonoro con le campane tibetane”, è stata meravigliosa, in primo luogo per l’esperienza diretta su me stessa. Le campane mi stanno accompagnando fedelmente nella meditazione, l’impressione netta è che costituiscano una “porta d’accesso facilitata” rivolta verso l’interno. Dall’inizio del corso ogni volta che mi riesce difficile entrare nello stato meditativo, perché la mente vaga priva di pace, suono la campana per una decina di minuti e proseguo nella meditazione sempre con rinnovato equilibrio e determinazione.
“Le campane sono nate anche per sviluppare la consapevolezza, portando la mente a concentrarsi su un suono per poi entrare in stati di meditazione nell’immobilità, tentando di percepire i movimenti energetici più sottili verso la ricerca della vibrazione e del suono primoridiale.” (Il Massaggio sonoro con le campane tibetane, Mauro Pedone cit. p. 64)
Lo shiatsu
Ho inoltre ben presto introdotto l’esperienza con i suoni e le vibrazioni delle campane all’interno dei trattamenti shiatsu. Lo shiatsu è un trattamento manuale le cui radici teorico-pratiche derivano dalle antiche tradizioni filosofiche del lontano Oriente : dal giapponese: shi dita, atsu pressione. Il padre dello shiatsu, Tokujiro Namikoshi, affermava: “Lo shiatsu è l’abbraccio della mamma al bambino”. I trattamenti hanno fondamentalmente lo scopo di risvegliare e/o armonizzare le funzioni energetiche e le risorse vitali profonde dell’individuo. La modalità universalmente riconosciuta e peculiare di questo trattamento è la pressione perpendicolare, costante e/o modulata in modo ritmico, esercitata con il peso del corpo ed avvalendosi del centro vitale (hara, in giapponese o tan den, in cinese) dell’operatore su zone, punti e meridiani energetici.
Per esercitare le pressioni, si usano prevalentemente i pollici, ma secondo le necessità e gli stili, si possono utilizzare altre parti del corpo quali i palmi delle mani, gomiti, ginocchia. Ho sperimentato, fino ad ora, l’associazione della tecnica shiatsu alle campane con 9 persone trattate. Per tutte le persone a cui ho proposto questa nuova esperienza ho potuto riscontrare un incremento della profondità del rilassamento psicofisico e in particolare una più veloce e duratura regolarizzazione del respiro durante la seduta. Ho utilizzato le campane normalmente alla fine di un trattamento shiatsu della durata di circa 45 minuti per un tempo indicativo di 20 minuti.
I miglioramenti
In particolare vorrei portare all’attenzione due casi nell’ambito dei quali ho riscontrato precisi cambiamenti e miglioramenti di sintomi. Il primo caso riguarda una donna di 52 anni che da diverso tempo tratto con shiatsu, riflessologia plantare e pranoterapia. Il sintomo principale riferito nell’ultimo periodo era un dolore nella zona lombo-sacrale destra, insieme a problematiche croniche connesse alla funzionalità intestinale. Con il trattamento shiatsu, nel tempo, avevamo già riscontrato importanti miglioramenti sia delle problematiche intestinali che dei dolori ai trapezi e alla schiena ma è stato comunque sempre necessario un ciclo di 10-12 incontri ripetuto due volte nel corso dell’anno per mantenere i benefici ottenuti.
La stella
La persona è ritornata da me dopo parecchi mesi con il sintomo che si era ripresentato e riacutizzato, contestualizzato in un periodo molto stressante della sua vita familiare. Ho proposto di inserire nel trattamento l’esperienza con le campane tibetane e così ho cominciato, la prima volta con soli 15 minuti alla conclusione del trattamento solito (Protocollo dei Tre centri). Negli incontri successivi ho aumentato il tempo dedicato alle campane inserendo oltre il Protocollo dei Tre centri e anche della Stella, e sempre utilizzando una campana di medie dimensioni scelta dalla persona. Con mio grande stupore già dopo la prima breve esperienza la donna mi ha riferito immediatamente il giorno dopo un’intensa e mai provata prima sensazione di leggerezza e di “liberazione” localizzata esattamente nella zona dolorante, oltre a un profondo senso di rilassamento generale rimasto inalterato per almeno un paio di giorni successivi.
Ha riportato con grande entusiasmo un’esperienza nuova, più intesa e immediata anche nel miglioramento dei dolori. La conclusone a cui sono giunta è che il trattamento mediante le campane tibetane possa rappresentare un importante veicolo e sostegno per velocizzare e rendere ancora più profondo il riequilibrio energetico perseguito anche tramite la tecnica shiatsu. Il secondo caso riguarda mi madre (77 anni) che, successivamente ad una caduta accidentale, riportava un importante stato ansioso, di disorientamento generale e di lieve tachicardia. Ha inoltre riferito un aumento della pressione arteriosa, successivo al trauma, e inusuale pur in presenza della consueta terapia farmacologica per ipertensione e aritmia cardiaca.
Braccia amorevoli
In questo caso ho deciso di proporre esclusivamente il massaggio sonoro con le campane tibetane, pensando che potesse agire a un livello più sottile, e ho svolto 8 trattamenti di circa 30-45 minuti nell’arco di circa un mese. L’esperienza sorprendente, al di là dell’effettiva normalizzazione della pressione verificatasi nel giro di una decina di giorni e della scomparsa degli episodi di tachicardia, è quanto riportato dalla persona che ha raccontato di sentirsi fin dal primo momento estremamente più calma e “come cullata da braccia amorevoli”, ha parlato inoltre di “un senso di grande leggerezza e gioia”. Ha inoltre manifestato un estremo gradimento per la percezione della vibrazione nella zone delle ginocchia e nei polsi durante il protocollo della Stella.
L’integrazione
Durante il periodo di studio ho tentato di integrare l’uso delle campane tibetane con la tecnica shiatsu in maniera armonica per il ricevente creando nell’insieme un trattamento equilibrato e completo. In linea generale ho inserito le campane alla fine dei trattamenti per dare un ultimo imput di riequilibrio profondo attraverso le vibrazioni e i suoni della campana ma ho sperimentato anche l’inizio attraverso le campane. Un ulteriore tentativo di studio è consistito nell’appoggiare la campana direttamente su una zona collegata a quella che stavo trattando con le pressioni delle dita, analogamente a come nella tecnica shiatsu si possono “collegare” zone o punti con le pressioni contemporanee delle mani.
Il suono
Le campane tibetane sono strumenti potenti e affascinanti, il loro suono corrisponde ad una lunga vibrazione poliarmonica. Il principio è quello della risonanza/consonanza: il suono si espande con movimenti circolari, che agiscono sui blocchi energetici agevolandone lo scioglimento. Le campane tibetane, infatti, attraverso le loro vibrazioni benefiche, possono portare nuovamente ordine laddove vi era un disturbo fisico, emotivo, psicologico. Le frequenze armoniche delle campane portano immediatamente il corpo in risonanza, riuscendo a liberare blocchi e somatizzazioni anche profonde.
La lega
Una delle loro caratteristiche più preziose è che sono formate con una lega derivante dalla fusione di sette metalli corrispondenti ciascuno a uno degli antichi sette corpi celesti del nostro sistema solare. Ne esistono diversi tipi, ed il loro suono varia in base alla proporzione dei componenti della lega, alla forma ed allo spessore. Le Campane Tibetane producono quindi suoni in armonia con le vibrazioni delle sfere celesti, e trasmettono queste vibrazioni a chi le suona o anche a chi semplicemente le ascolta. Questo fenomeno si chiama, in termini tecnici, “concordanza di fase” ed è come mettere due pendoli uno accanto altro. Dopo un certo periodo di tempo iniziano a seguire lo stesso ritmo, come due onde che tendono a unirsi e a vibrare all’unisono.
Le vibrazioni
Grazie a questo fenomeno, quando si percuote una campana tibetana si creano delle forti vibrazioni che si propagano lungo il braccio (se la campana viene tenuta sul palmo della mano) o lungo il punto in cui è appoggiata la campana stessa (nel caso ad esempio in cui venga appoggiata su un chakra o su una zona corporea), massaggiandolo in profondità. Si viene così a creare una “concordanza di fase” fra la campana e la persona che vi è a contatto, producendo di solito uno stato di profonda quiete interiore ed esteriore, che può andare ben al di là del semplice rilassamento, fino a raggiungere le frequenze delle onde degli stati meditativi più profondi.
Masaru Emoto
Credo sia un campo di sperimentazione da ampliare nel tempo con la pratica costante attraverso un lavoro sulle zone del corpo ritenute particolarmente interessanti che necessitino un’azione di riequilibrio attraverso le campane, insieme o in alternativa all’uso delle pressioni shiatsu. “Le campane tibetane producono un suono estremamente vario, ricco di armonici superiori. Suonando contemporaneamente parecchie campane si ottengono affascinanti ‘paesaggi sonori’ che possono armonizzare corpo, spirto, anima e aprire il cuore. L’esperienza ha dimostrato che i loro suoni sono in grado di armonizzare i due emisferi cerebrali e di purificare e vitalizzare le energie corporee fino al livello cellulare.”
Masaru Emoto
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