Essere insieme come filosofia
Come abbiamo già scritto nell’editoriale, l’essere insieme fa parte della nostra filosofia. Completato un corso di formazione, volendo è possibile partecipare a tante occasioni d’incontro, si può collaborare attivamente alle iniziative e ai progetti del Centro Studi. Crediamo sia fondamentale potersi confrontare con le persone che hanno condiviso un percorso di evoluzione “vibrazionale”.
Sappiamo che gli incontri tra diverse note musicali possono generare del- le armonie e dei disegni musicali che aprono scenari e orizzonti straordinari. Allo stesso modo gli incontri tra le differenti personalità, sono opportunità che possono favorire l’arricchimento del campo energetico nel suo insieme, all’interno del quale, tutti possono usufruire delle nuove informazioni.
È necessario il lavoro individuale, ma spesso è l’incontro con l’altro che ci fa scorgere il cosiddetto lato nascosto delle nostre abituali dinamiche umane. Abbiamo constatato che l’essere in gruppo fa scemare le incertezza e da forza alla nostra essenza. L’attuale Era dell’Acquario favorisce e sostiene l’amicizia, la cooperazione, il senso della comunità e del sociale.
Recentemente abbiamo colto un’opportunità per poter stare insieme durante “I Giorni della Lavanda”, si tratta di un evento organizzato dall’azienda Flora. Avevamo già partecipato al “Lavanda Festival” nel 2019, ancora una volta è stato bello suonare all’aperto nei campi di lavanda dei Colli pisani.
Il weekend a Pomaia tra colori profumi e suono
Quando siamo partiti da Roma ero molto curiosa di ammirare i campi di lavanda perché in Italia non mi era mai capitato di vederne… faceva un gran caldo ma ero certa che la magia delle campane ci avrebbe sostenuto e reso tutto “armonico”. La lavanda era di un colore acceso e noi eravamo più o meno a metà del campo quindi eravamo veramente immersi nel dolce pro-fumo e nell’energia equilibrante della lavanda.
Suono e profumo hanno reso molto semplice il nostro stare insieme…avere una passione come quella che noi campanari abbiamo è già di per se un bellissimo regalo che la vita ci ha do- nato, poi quando possiamo esprimere le nostre personali abilità suonando tutti insieme diventa una festa. Le persone hanno iniziato ad avvicinarsi timidamente attratti dal nostro stand “Suonante” e abbiamo iniziato a fare dei brevi massaggi sonori. Come di consueto è stato bello dare e da quel che ci hanno detto anche ricevere. A me personalmente colpisce una cosa quando suono e specialmente per persone che non hanno mai avuto tale esperienza: I riceventi tornano bambini, se c’era un minimo di rigidità viene meno e vedo nei loro occhi la sorpresa di un’esperienza che non si aspettavano e probabilmente di sensazioni “piacevoli”, che smuovono qualcosa dentro e questo e pura magia, le vibrazioni e il suono delle campane lo sono per me e ho riscontrato che hanno un forte appeal su chiunque abbia la curiosità e la voglia di viaggiare dentro se stesso sia per ritrovare e sperimentare un ordine e un armonia che il più delle volte è solo potenziale sia semplicemente per godere di un profondo rilassamento, di per se “terapeutico”. Il suono risveglia e fa bene veramente a tutti!!
Abbiamo dimostrato anche il massaggio chiamato “Planetario” che è di forte impatto perché la vibrazione dal basso è molto intensa e abbraccia poi tutta la persona che a trattamento concluso spalanca gli occhi sorpresa, emoziona- ta, gioiosa, certamente colpita e dona anche a noi una bellissima sensazione di gratitudine per l’esperienza appena vissuta. Un altro momento commuovente e stato quello del bagno sonoro! Abbiamo suonato tutti insieme ed era- no presenti tante campane di varie dimensioni e peso, la tampuri, un gong, un bansuri una bellissima connessione tra noi che ci siamo divertiti nello stesso tempo abbiamo meditato circondati da un silenzioso e curioso pubblico in ascolto. Sicuramente anche il profumo di lavanda ci ha sostenuti e nel tardo pomeriggio il tramonto ha colorato d’oro i piccoli fiori, i tanti insetti che volavano nel campo e tutti noi rendendo la bolla nella quale mi sentivo inserita ancora più affascinante e godibile…Alla prossima esperienza!
Katia Maluccio
Santa Luce, suoni sacri
Quando arriva il messaggio dell’amico Mauro Pedone con il programma de “I giorni della Lavanda” in cui si indicavano i dettagli dell’evento e lo spazio dedicato ai suonatori di campane tibetane, ricordo che il mio sguardo cadde sul luogo dell’incontro: Santa Luce. Pur non conoscendo quella zona dell’alta Toscana, apparvero di fronte a me, come in un flash di un’istantanea, ampie colline e distese di lavanda in fiore, all’orizzonte notai un bagliore che, definendo in maniera netta la terra, saliva verso il cielo creando delle sfumature dal giallo-arancio al turchese-azzurro intenso, come netto distacco il colore lilla della lavanda i cui steli verdi si aprivano a stella verso l’alto. L’immagine di quell’attimo, seppur brevissimo, in seguito riapparve in un momento dell’evento quando eravamo seduti e raccolti, immersi in un bagno sonoro guidato da La compagnia del Carro. Alcuni di noi, ex-allievi di anni precedenti e neo-diplomati, si unirono con le campane tibetane e con delicati vocalizzi, sentendosi richiamati dalle vibrazioni che si diffondevano ovunque: come in un rituale sacro eravamo rapiti da quel vortice sonoro, era la danza di Shiva in cui tutto può emergere, attivarsi, trasformarsi, distruggersi, spegnersi fino all’estremo silenzio. Immergersi in questa dimensione altra è di per se un viaggio esperienziale, il tempo e lo spazio non hanno alcun significato, le onde vibrazionali invadono incommensurabili universi che sanno di libertà eterna, amore allo stato puro e benessere. Giunse tra noi in effetti questa “Santa Luce”, come un filo conduttore, illuminava i nostri passi in quel contesto nuovo e ci guidava verso un percorso ricco di intrecci formativi e di confronti unici. Affidarsi e concedersi al fluire delle circostanze, che andavano delineandosi gradualmente, era semplicemente come aprire la porta di una conoscenza superiore, entrare dentro e richiuderla alle spalle, con la consapevolezza di non voler tornare indietro e con la curiosità di raggiungere l’altrove.
Elisabetta Torrieri
Lenola
Un altra bella occasione di stare insieme l’abbiamo potuta sperimentare anche al Celtic Hills Day di Lenola…
Ri-trovarsi
La passione per le campane tibetane mi fa superare qualsiasi “ostacolo”, anche mettermi in auto in uno dei pomeriggi più torridi e afosi di questa estate e raggiungere il Celtic Hills Day a Lenola. Quando Mauro Pedone mi ha invitata a partecipare, ho accolto la sua proposta con molto entusiasmo perché per me ha un significato fondamentale: essere insieme con gioia e condividere un interesse comune.
E in un periodo come questo, dopo più di due anni particolarmente delicati per via della pandemia, con il lockdown che ha sospeso, purtroppo, tutti i rapporti sociali che avevamo, cambiando radicalmente ognuno di noi e modificando anche le relazioni familiari e di amici- zia, riunirsi assume un significato ancora più profondo.
L’ essere insieme in questo festival è stato come un riabituarsi a stare con gli altri. Abbiamo cercato di trasmettere con il magico suono delle campane tibetane e altri strumenti, il nostro modo di ri-trovarsi e di stare insieme con semplicità ed allegria. Abbiamo praticato il Massaggio Planetario con il profumo degli oli essenziali, un trattamento che richiede l’utilizzo di una campana molto grande, donando, a chi ha avuto il piacere di sperimentarlo, un senso di leggerezza e armonia in cui si viene totalmente avvolti dalle vibrazioni partendo dai piedi e risalendo lungo tutto il corpo.
C’è stato poi anche lo spazio per una performance con campane tibetane, gong, bansuri, shruti box e altri strumenti: dai volti di chi ci ascoltava, ho potuto scorgere tanta curiosità e tanto divertimento. Erano tutti intenti ad ascoltare, come se, in quel momento, i suoni e le vibrazioni avessero cancellato tutte le loro ansie e preoccupazioni. L’applauso finale è stato poi un’ulteriore conferma di queste mie sensazioni e un incoraggiamento a continuare per questa strada fatta di suoni, profumi e vibrazioni.
Monica Colabattista
In conclusione
Ho partecipato ad entrambi gli eventi, a Santa Luce ed a Lenola nelle performance musicali di gruppo. Ho avuto modo di abbracciare tutti i cari “colleghi” che con entusiasmo e collaborazione si sono resi disponibili, ed hanno permesso di contribuire alla buona riuscita degli eventi. Come gli insetti che indaffarati si aggiravano tra i fiori di lavanda, così noi, muovendoci attraverso una connessione profonda abbiamo dato vita a dei momenti di apertura a vari stati e livelli di coscienza che hanno nutrito tutti i partecipanti. Il nutrimento viaggiava sulle note dei diversi strumenti che abbiamo utilizzato per “lavorare”. Come il ronzio degli insetti, anche noi con i nostri suoni abbiamo trasformato tangibilmente la qualità dell’ambiente in cui eravamo. Le nostre voci all’unisono sono divenute secondo me una unica voce, quella della “Compagnia del Carro”. Il valore enorme di questi incontri è nel riconoscersi nell’altro, nell’amico di strada, con cui creare la realtà di quel preciso momento. Quando c’è condivisione i rapporti fra le persone si rafforzano, si intensificano e questo è successo ad ognuno di noi. Da parte mia approfitto di queste poche righe per esprimere a tutti gli amici una profonda e sincera gratitudine per la vostra Presenza.
Nel Magazine n° 14
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