Lo Yoga potrebbe essere definito come un sistema filosofico empirico di autoconoscenza.
Lo yoga percorso di autoconoscenza
Questo percorso, di autoconoscenza inizia dall’aspetto più evidente, il corpo fisico, attraverso Asana, poi si focalizza sul respiro, con il Pranayama, che e come un ponte tra aspetto fisico, emotivo ed energetico- spirituale per poi sfociare nella meditazione, Dhyana, che ci porta in contatto con la parte più sottile del nostro essere, chiamata Ananda (beatitudine), che e l’essenza dell’essere umano.
Lo yoga al giorno d’oggi
Al giorno d’oggi lo yoga, visto dall’esterno, potrebbe sembrare una sorta di ginnastica che porta scioltezza al corpo e in generale salute all’apparato muscolo scheletrico e che attraverso il respiro porta verso il rilassamento psicofisico. Dunque una pratica da fare necessariamente su un tappetino di gomma, che permetta di fare Asana in condizioni di comodità ed igiene. Tutto questo e verissimo, ma non indispensabile. Yoga, come abbiamo visto, e un percorso di autoconoscenza che porta all’unita, all’integrazione tra i vari piani del nostro essere (fisico, mentale, emotivo, energetico) ma anche all’unita, integrazione tra gli esseri umani e più in generale con il creato. Dunque relegare questa pratica ad una parte del nostro tempo, più o meno lunga che sia non ha molto senso, tanto piu non ha molto senso confondere lo yoga con attività fisica o un momento per staccare dalla routine del quotidiano. Certo quando si inizia e si approccia a questo vastissimo sistema filosofico e normale che si pratichi in un dato momento della nostra giornata o settimana.
La pratica
In realtà praticare yoga dovrebbe essere cogliere, attraverso l’attenzione, qualsiasi situazione della vita come opportunità di autoconoscenza e dunque di conoscenza, vista la relazione tra microcosmo e macrocosmo. Per cercare di trasmettere questo senso dello Yoga e vista l’attuale situazione di divieto di attività fisiche in funzione della pandemia covid19, ho proposto ai miei allievi lo “yoga in cammino”.
Lo “Yoga in cammino” ha proprio l’obbiettivo di estendere la possibilità di praticare yoga in qualsiasi momento della vita. Yoga in cammino e anche una metafora della vita, dove appunto non c’e una meta ma l’esperienza e la vita in se, come un cammino senza meta, questo porta ad assaporare, ad apprezzare proprio il cammino, la vita, il presente, che e l’unica cosa che c’e. Praticamente questo “Yoga in cammino” e cosi strutturato:
- si sceglie un luogo di natura, possibilmente con sentieri ben segnalati, comodamente accessibili, senza grandi dislivelli e senza pericoli evidenti.
- Ci si riunisce a cerchio per cantare il Mantra OM.
- Si inizia a camminare in silenzio portando l’attenzione alle sensazioni sotto le piante dei piedi. Anche se abbiamo le scarpe possiamo percepire i sassolini che vanno a stimolare casualmente specifici punti della pianta dei piedi.
- Si porta l’attenzione alle sensazioni delle articolazioni delle gambe, cercando di eliminare le tensioni inutili e percependo la funzione di ammortizzare propria di caviglie, ginocchia e anche.
- Si percepisce la posizione del busto, delle spalle, del collo e della testa, ricercando la comodità.
- Si porta l’attenzione alle mani e al movimento libero e spontaneo delle braccia.
- Si affinano le stimolazioni sensoriali, portando l’attenzione ai suoni, ai colori e forme, alle sensazioni sulla pelle delle mani o del viso esposte alle carezze del vento e agli odori variegati della natura.
- Si porta l’attenzione al respiro, utilizzando possibilmente solo il naso, ricercando un respiro più lento e ampio cercando di far uscire lentamente tutta l’aria dal naso.
- Se ci sono pensieri, distrazioni, emozioni di qualsiasi tipo, si cerca di osservare tutto questo, senza accezione di bene, male, giusto, sbagliato, senza giudizio e soprattutto senza identificarsi in pensieri ed emozioni che sono sempre molto transitori e dunque si lasciano fluire riportando l’attenzione alle sensazioni fisiche.
10. Ci si ferma ancora in cerchio per una piccola condivisione e per alcuni esercizi per il radicamento, l’equilibrio e la stimolazione del respiro.
11. Si cammina un pezzo coordinando il numero dei passi e il respiro. Si inspira facendo 4 passi e si espira facendo 8 passi.
12. Ci si siede per cantare un mantra nel bosco, e attraverso Japa (ripetizione del Mantra) si raggiunge uno stato di silenzio interiore e si pratica cosi una piccola meditazione, favorita dai suoni della natura come uccellini, insetti e vento tra le piante.
13. Si ritorna camminando sempre molto lentamente notando le differenze dall’inizio della pratica.
14. Raggiunto il punto di partenza si fa una piccola condivisione in cui chi vuole descrive le proprie sensazioni.
15. Si conclude cantando il Mantra OM per tre volte.
Gli effetti dello yoga in cammino
Questa pratica di portare l’attenzione alle sensazioni fisiche e sensoriali, ma anche osservare il proprio stato d’animo, spontaneamente rallenta l’attività incessante della mente soprattutto per quanto riguarda, pensieri inutili, come associazioni involontarie che ci portano al passato, o dannosi, come giudizio e confronto, che vanno ad attivare emozioni come paura, rabbia etc. Questa pratica dunque porta verso il silenzio interiore, dunque l’attenzione al presente, la lucidità mentale e possiamo utilizzarla in qualsiasi momento della vita. Questa condizione di silenzio e attenzione favorisce un contatto più profondo e più autentico con se stessi e maggiore consapevolezza.
Magazine n° 9
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