Pensiero, Immagine e Suono
(L’Uomo è un Essere multidimensionale – prima parte)
Il Pensiero
L’Uomo è una intelligenza complessa in cui si mescolano insieme elementi fisico-organici, psichici, emozionali e animico-spirituali. Nessuno di questi aspetti, all’interno dell’Essere Umano, è separato dagli altri; ciò significa che da qualunque punto parta una informazione, ci sarà sempre una ricaduta di effetti anche sugli altri livelli dell’esistenza umana. Persino in piccoli eventi come una semplice caduta, la “botta” fisica innescherà dei processi di riparazione di tipo organico, ma contemporaneamente anche una reazione emozionale connessa al fatto, così come meccanismi automatici di stoccaggio dell’accaduto nelle aree cerebrali più specificatamente dedicate alla memoria. È per questo che fin dai tempi antichi si è sempre cercato, in una visione complessiva dell’Uomo, di agire attraverso terapie di vario genere che sfruttassero la capacità di accedere alla guarigione della materia tramite il pensiero, l’immagine o il suono.
Gradi differenti
È importante ricordare che il pensiero, l’immagine e il suono sono gradi di differente condensazione e manifestazione dell’energia. Oggi si parla da qualche anno di medicina sinestesica. “L’obiettivo terapeutico fondamentale della medicina sinestesica è favorire il potenziamento della body-mind-comunication, in termini medici l’anatomo-biofisico-comunicazione di tutte le funzioni organiche ed attendere il loro fisiologico feedback, ossia il ristabilimento del dinamismo vitale e di quella salute generale caratterizzata non solo dalla assenza di eventi patologici, ma soprattutto da totale equilibrio psico-fisico” (Cit. Corriere della Sera). In questo caso si tratta di una terapia in grado di effettuare una stimolazione multisensoriale capace di attivare contemporaneamente vista, udito e olfatto (gusto e tatto vengono sollecitati con trattamenti a supporto), attraverso uno speciale casco che emette fasci fotonici tramite un sistema a Led ad elevata potenza ed intensità di luce, acustica WI-FI che stimola le onde cerebrali e aromaterapia inalatoria.
Nell’antica Grecia
Se qualcuno si sta esaltando sappia che in questo non vi è nulla di nuovo. Questa modalità di intervento infatti esiste da migliaia di anni, con la sola differenza (ma con molte diverse implicazioni che qui sarebbe lungo approfondire) che in questo specifico caso la stimolazione avviene in forma digitale, allora avveniva in forma “analogica” con l’intervento diretto di operatori specializzati. Fortunatamente questa antica modalità di operare su una persona da trattare si è mantenuta in vita, lasciando intatti i vantaggi di una stimolazione ad opera di un esperto del suono, dell’immagine o delle essenze floreali. In Grecia il culto di Esculapio fu fiorente fin dal IV secolo a.C. e si protrasse fino a quattro o cinque secoli dopo Cristo. I Templi di Epidauro, Cos e Pergamo erano dedicati al dio della salute ed erano dei veri e propri centri di medicina. Le attività cliniche che venivano praticate, consistevano in purificazioni rituali (lavacri, bagni idroterapici), purificazioni fisiche (vomito, clisteri, salassi), attività fisiche (esercizi ginnici, corsa a piedi e a cavallo) e interventi diretti dei sacerdoti (imposizioni delle mani, applicazione delle “coppette”, somministrazione di diete e rimedi erboristici).
Il tempio di Esculapio
La fase culminante della terapia consisteva nella incubazione. Il paziente veniva condotto nell’Abaton, il luogo più profondo del tempio di Esculapio, privato di ogni fonte di illuminazione, e veniva invitato al silenzio e al sonno. Venivano contemporaneamente effettuate fumigazioni rituali con incensi, alloro e altre sostanze che predisponessero l’assistito ad una condizione di profondo abbandono. Era qui che il paziente aveva delle visioni da sveglio o dei sogni nel sonno, cui veniva attribuito un valore centrale per la risoluzione del problema. Poteva succedere che durante il sogno apparisse il dio che interveniva in maniera risolutiva sul paziente dandogli messaggi chiarificatori sulla malattia, altre volte il sogno mostrava indicazioni terapeutiche consistenti in rimedi erboristici o comporta- menti da adottare. Era chiaro già allora che le fantasie, le immagini o le visioni dell’Inconscio non avessero un semplice ruolo descrittivo ma assumessero in particolari circostanze un profondo valore simbolico, il cui significato occulto si dovesse poi trasportare nella realtà quotidiana della veglia. Già secoli prima di Cristo quindi ci si poneva il problema della elaborazione e della integrazione delle fantasie inconsce. In queste procedure troviamo l’uso di frequenze sia sonore che aromatico/olfattive per la produzione e la liberazione di immagini utili alla risoluzione del problema.
Le immagini vibrano
Le immagini vibrano attraverso il colore, che cambia al variare dello spettro frequenziale cromatico in rapporto alla luce. Questo fatto mostra in un modo chiaro come non vi sia separazione tra le varie bande di frequenza esistenti, essendo alcune di esse prodotte dalla attivazione di altre. Una sensazione visiva può far nascere un suono in noi, un suono può indurre in noi una o più immagini, una immagine può fare nascere un pensiero e ancora un profumo può innescare una emozione. Se consideriamo quindi l’Essere Umano come un complesso di funzioni multidimensionali che agiscono contemporaneamente intersecandosi e influenzandosi a vicenda, è semplice comprendere come sia utile prendere in considerazione qualsiasi particolare che emerga durante o dopo un trattamento o una terapia vibrazionale (ma non solo), sia essa praticata con il suono, con il magnetismo, con l’elettricità, con il plasma o altro. In modo particolare l’elemento immaginativo ed onirico, lontano dall’essere considerato un fattore puramente casuale, consente all’operatore preparato di decodificare i movimenti dell’inconscio della persona trattata, per trarne importanti informazioni di tipo psicologico ed emotivo con l’obiettivo di aumentare il livello di Coscienza rispetto al problema vissuto.
L’effetto “domino”
E’ questo infatti il primo passo che avvia il processo di profonda elaborazione dei contenuti inconsci e come in un effetto “domino” produce una cascata di ripercussioni a vari livelli che possono condurre alla guarigione. Tutto questo indipendentemente dalla malattia da cui sia affetta una persona e proprio in un’ottica che considera la malattia stessa come un complesso tentativo dell’Essere Uomo di renderlo cosciente di uno o più eccessi. In questa ottica positiva ed evolutiva che intende il processo patologico come un passaggio di necessaria presa di coscienza, si rivela così fondamentale recuperare il valore simbolico ed archetipico delle immagini, strumento principe della nostra Vita Inconscia di cui approfondirò nel prossimo numero.
Nel Magazine n° 11
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