Hatha yoga per il terzo occhio
Il terzo occhio è considerato lo sguardo interno che ci mette in contatto con il nostro sentire più profondo, ma anche qualcosa di più sottile che riguarda il contatto con il mondo esterno. Si potrebbe associare all’intuizione, al captare messaggi sottili che sfuggono ai 5 sensi. Il terzo occhio è infatti associato al sesto senso.
Ajna Chakra
Nella tradizione dello Hatha Yoga, questo centro energetico è chiamato Ajna Chakra. È collocato sulla fronte, al centro tra le sopracciglia, nella zona dell’Atlante (la prima vertebra cervicale) ed è in relazione alla ghiandola pineale. Questo chakra è responsabile del sognare, dell’immaginazione, del visualizzare con la mente, dei ritmi sonno veglia, simboleggia il centro, l’equilibrio, la sinergia dei due emisferi e l’intelligenza. Nella tradizione la vibrazione (bija mantra) OM (senza prolungare la M) è l’essenza di questo chakra. Questo bija mantra è in relazione al colore viola ed è la sintesi, somma di tutti gli elementi e tutti i sensi, associato alla luce.
La rappresentazione simbolica di questo centro energetico è un fiore di loto con 2 petali,
questi simboleggiano i 2 emisferi, le 2 narici e le 2 nadi (canali energetici) opposte.
Ida nadi associato al femminile, al lato creativo, al colore blu, alla freschezza, alla luna.
Pingala nadi è il canale energetico maschile, razionale, di colore rosso, caldo e solare.
Le 2 nadi opposte nascono proprio in questo chakra sul canale energetico centrale la sushumna nadi corrispondente alla colonna vertebrale.
La salute di ajna chakra si ottiene con l’equilibrio dei 2 emisferi. Inoltre quando i due emisferi lavorano in sinergia ci troviamo nel centro, abbiamo maggiore chiarezza, vanno via i dubbi e sentiamo profondamente come agire. Questo perché la mente si allinea (lungo la sushumna nadi) al chakra del cuore e attraverso il settimo chakra all’intelligenza cosmica, al divino.
Il processo che permette questo riequilibrio energetico in maniera naturale è la meditazione. Perché? Innanzitutto bisogna individuare la causa dello squilibrio di Ajna. Secondo tutta la filosofia Yoga le vritti sono responsabili di eventuali squilibri di questo centro energetico. Con questo termine Sanscrito si intende la vorticosità, della mente che produce continuamente pensieri non volontari che creano confusione, malumore, stanchezza, agitazione e distolgono dalla piena percezione del presente. Questo inutile chiacchiericcio con se stessi è di fatto uno spreco di energie, ancor di più quando i pensieri sono negativi e serpeggiano nell’inconscio. Interrompendo questi moti involontari della mente nel silenzio meditativo, naturalmente si annulla il conflitto tra le polarità dell’emisfero analitico/razionale e quello emotivo/creativo. Anzi i due emisferi collaborano e ci sentiamo stabili, centrati e guidati dalla luce. Come sappiamo bene non è affatto semplice raggiungere questo stato meditativo, per questo lo Yoga ha messo a punto, sulla base delle visioni e dell’esperienza, una serie di tecniche sul corpo e sul respiro che conducono la mente verso il silenzio.
Pratica:
Tra le tantissime pratiche ne propo- niamo una in particolare che riequilibra i due emisferi e porta al centro e purifica il canale energetico principale. Si tratta di uno degli otto kumbakha (pranayama classici: tecniche di attenzione al respiro) chiamato Nadi shodhana pranayama cosiddetta respirazione a narici alternate. Vediamo come poterla eseguire correttamente: L’ideale sarebbe seduti a terra in sukhasana (con le gambe incrociate, la schiena dritta, e il dorso delle mani appoggiato sulle cosce). Per essere più comodi in tutta la schiena, possiamo sederci su di un cuscinetto, ma possiamo anche sederci comodamente su una sedia, purché la base sia piatta e la schiena dritta. In ogni caso cerchiamo comodità e stabilità.
Mano destra in Vishnu mudra, ovvero appoggiamo indice e medio al centro tra le sopracciglia in corrispondenza di ajna chakra. Con il pollice chiudiamo la narice destra e facciamo uscire l’aria a sinistra, dunque inspiriamo a sinistra chiudiamo con l’anulare accompagna- to dal mignolo la narice sinistra, liberiamo la destra ed espiriamo. Andiamo avanti così per qualche minuto, l’aria entra dalla narice già aperta ed esce da quella chiusa che apriamo. Andremo a concludere quando sentiamo un pochino di affaticamento alla spalla e al braccio destro. Dopo una piccola pau- sa, ripetiamo altri 2 cicli. Al termine ci lasciamo andare verso il silenzio, la luce, il vuoto in meditazione per qualche minuto.
Ripetendo regolarmente questa pratica noteremo miglioramenti nella qualità del sonno, nella lucidità e consapevolezza dei sogni, nella capacità di focalizzare la mente, nella memoria, nella chiarezza mentale e nell’intento.
Magazine numero 19
Questo articolo è estratto dal Magazine numero 19, come ogni volta è possibile scaricarlo liberamente in formato ⇒PDF
Approfondimenti
E’ possibile approfondire queste tematiche partecipando ai nostri ⇒EVENTI
Sono proposte del Centro studi LAVOCEDELCARRO.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.