Registri Akashici
I registri conservano il piano divino di ognuno di noi…
I Registri Akashici
La parola Akasha viene dal sanscrito e vuol dire Etere. L’etere è uno dei cinque elementi universali, insieme all’aria, il fuoco, l’acqua e la terra e si identifica con la matrice costitutiva e amorevole di tutte le cose, l’essenza di ogni individuo. Molto spesso l’akasha viene identificata con l’immagine di una Biblioteca perché questa matrice universale ha anche il compito di registrare tutti gli eventi che avvengono a livello sia del pianeta Terra che di altri pianeti e contiene le informazioni di ogni essere vivente.
I registri in essa contenuti, conservano il piano divino di ognuno di noi, cioè le scelte che l’anima ha intrapreso prima di incarnarsi. Queste scelte tuttavia sono sempre soggette a libero arbitrio perché Akasha è il tempio delle possibilità, è un flusso in eterno movimento. La parola Akasha indica anche l’amore incondizionato e la quinta dimensione. Entrando infatti in contatto con questo mondo che è sia sopra di noi che all’interno di noi, facciamo un salto quantico che ci immette in un’atmosfera molto più leggera rispetto a quella umana -terza dimensione- e che ci permette un ampliamento della nostra coscienza tale per cui riusciamo ad essere completamente presenti a noi stessi. L’Akasha è inoltre abitata da maestri, angeli e guide spirituali che ci aiutano durante la connessione a trasmettere i messaggi nella maniera più positiva e più chiara possibile.
L’Akasha come l’energia cristica
Nel corso della storia moltissime persone hanno scritto di Akasha e molti lettori sono in realtà persone celebri tra cui Rudolf Steiner e Madame Blavatsky. Akasha quindi non è un’arte divinatoria ma un metodo di canalizzazione che si attua tramite corsi strutturati in livelli. Rivolgendoci alla nostra biblioteca, possiamo avere dei chiarimenti, sciogliere dei dubbi, sanare delle ferite e anche capire come orientarci al meglio. Insieme ai messaggi infatti saremo letteralmente travolti dall’energia di guarigione che la abita, insieme a gioia, leggerezza e fiducia, che permetterà sia al lettore che al ricevente di entrare in uno stato di grazia. L’Akasha viene anche descritta come l’energia cristica, e quindi connessione profonda col Cristo per penetrare nel suo mistero e nel mistero di ogni anima, che tutto può e che tutto guarisce. La pratica di Akasha si rifà anche al mito di Atlantide, potenza marittima creata da Poseidone in cui viveva una civiltà molto moderna, capace di effettuare varie pratiche spirituali che tuttavia nel corso del tempo si lasciò vincere dalla corruzione e venne distrutta dallo stesso Poseidone. Il collegamento con Akasha nasce dal fatto che gli abitanti di Atlantide leggevano i registri e che attraverso le letture akashiche oggi possiamo avere informazioni su questa civiltà bianca -permeata dall’energia d’amore- .
Lo Yin e lo Yang
Quando ho intrapreso il percorso di agopuntura e parallelamente di registri akashici, mi sono subito resa conto della loro similitudine e del simbolo dell’uomo descritto in entrambe, come essere posto al centro tra cielo e terra. Infatti Akasha rappresenta anche un metodo attraverso il quale possiamo vivere in modo più fluido e radicato, ed è per questo che la lettura dei registri è così importante e andrebbe praticata come esercizio ogni giorno. D’altra parte l’agopuntura, attraverso la ricerca dell’equilibrio tra lo Yin e lo Yang, e quindi di energia maschile e femminile, mira proprio alla nostra centratura e alla realizzazione del nostro Ming -destino- la cui lettura è affidata ad akasha. Come abbiamo però affermato prima, essendo Akasha il campo delle possibilità, è sempre importante ricordare che è l’uomo il primo e l’ultimo artefice di sé stesso; questo che può sembrare un ostacolo, in realtà costituisce per noi una occasione unica che ci pone davanti al nostro specchio interiore e che ci permette di guardarci completamente per come siamo, riscoprendo la nostra umanità e nello stesso tempo la nostra divinità. La comunicazione akashica inoltre si attua anche attraverso l’agopuntura perché durante una seduta si possono inviare dei segnali e messaggi con gli aghi inserendoli nei punti dove la persona necessita maggiormente di un ripristino psicofisico. Quindi l’agopuntura, proprio come fa la connessione Akashica, armonizza l’uomo sia con l’esterno che con l’interno. Quando ci capita durante la nostra vita di bloccarci, se ci irrigidiamo, creiamo il presupposto per la malattia: se l’agopuntura va ad agire sui canali energetici e a ripristinare il flusso, nello stesso tempo l’Akasha rende tutto il processo più consapevole e sottile, e questo permette l’espansione di tutti i nostri chakra e della nostre capacità intellettive in modo da permetterci di scavalcare gli ostacoli che si pongono davanti a noi in maniera leggera ma nello stesso tempo ferma.
I meridiani dell’agopuntura
I meridiani dell’agopuntura sono strade che vengono percorse dall’energia e ognuna contiene dei punti che durante la pratica akashica possono essere sollecitati, inoltre i meridiani disegneranno delle nuove architetture favorendo il riassestamento energetico migliore per quell’individuo in quel momento, consentendo il ripristino di alcune strade e l’espansione del torrente energetico che le percorre e che è l’Akasha stessa. Nell’agopuntura è molto importante la teoria dei cinque movimenti cioè la trasformazione della energia attraverso le stagioni e il combaciare del ciclo terrestre col ciclo umano. Ci sono infatti dei punti che sono proprio dedicati a questo processo di armonizzazione. D’altra parte attraverso le letture akashiche, possiamo vivere serenamente tutte le nostre stagioni sfruttandone appieno le qualità:
• l’estate, il fuoco, l’espansione, il calore e le possibilità
• l’autunno, il metallo il raccoglimento, la consapevolezza di ciò che si è seminato e l’introspezione
• l’inverno, l’acqua l’accoglienza del sé, la protezione in attesa della rinascita
• la primavera, il legno, la creatività e lo sbocciare delle nostre idee.
L’Akascia così come l’agopuntura che io eseguo, parte dal cuore e dal suo spirito che è lo Shen. In medicina cinese a ogni organo corrisponde un aspetto spirituale, in particolare al cuore corrisponde il piccolo shen che è l’intelligenza e la realtà di tutte le cose, la scintilla divina che alberga in ognuno di noi. Akasha agisce su questo spirito e nello stesso tempo lo shen è il suo motore, che, se agitato non ci consente facili letture mentre se in equilibrio durante le letture si espande e tonifica il nostro cuore. Proprio il cuore, che per la medicina cinese è l’Imperatore, rappresenta la fonte di scambio in cui avviene tutto. L’altare in cui si è consumata l’eucarestia ed in cui ogni giorno si rinnova questo mistero: la trasformazione del vino in sangue per vivificare ogni parte dell’essere umano e dare vita a se stesso e ai propri desideri. Quei desideri di purezza e di gioia che contribuiscono all’evoluzione universale. Il cuore è quindi la porta attraverso cui unirsi a se stessi, a quella dimensione consapevole e saggia capace di guidarci anche nelle tenebre più totali, perché come ci insegna la medicina cinese: “nella massima oscurità c’è la luce e nella luce c’è l’oscurità. Non si vede bene che con il buio”.
Il principio dello Yin e dello Yang, e della loro complementarità, è quello su cui regge la visione, e la possibilità di allargare il terzo occhio per diventare veramente padroni delle proprie scelte ed elevarsi tanto da essere il più possibile terrestri quanto celesti, perché questa è la condizione dell’essere umano.
L’Akasha e la medicina cinese
Vediamo quindi quanto l’Akasha e la medicina cinese abbiano dei punti in comune e possano essere considerate delle pratiche sciamaniche perché nella letture akashiche spesso vengono anche proposti dei riti e delle preghiere, mentre nella Medicina classica cinese venivano eseguiti dei riti durante l’inserimento degli aghi che facilitavano lo scorrere del flusso energetico rendendo più efficiente il trattamento. L’Akasha e la Medicina cinese sono dunque due facce della stessa medaglia, si corrispondono perfettamente e sono l’unione dello Yin dello Yang loro stesse. Nella lettura Akashica la persona che canalizza, proprio come l’ago, trasmette l’amore che è sopra di sé e sblocca tutte quelle situazioni che si sono incancrenite e che, provocando stasi, possono a loro volta trasformarsi in dolori, malattie autoimmuni, tumori e tanto altro. Dunque è importante che il lettore sia una persona pulita e scevra da ogni giudizio nei confronti del messaggio che trasmette, che si mantenga umile e che consideri sempre la canalizzazione come un dono immenso, sia per se stessa che per l’altro. L’emozione che si riceve quando si canalizza e che dura anche per parecchie ore successivamente alla canalizzazione, è estasi e pace che si trasmette a tutte le proprie molecole agendo sia a livello spirituale, che fisico e psichico proprio come fa l’agopuntura e ponendoci sul trono della nostra vita. Queste pratiche a lungo andare, se integrate nella nostra quotidianità, ci permettono di trasformarci, di eliminare ciò che non serve più e di elevarci diventando noi stessi quella sostanza del cinabro rosso che passando attraverso i tre riscaldatori, superiore, medio e inferiore, darà luogo alla nostra trasformazione alchemica.
Come abbiamo visto non c’è separazione tra l’Akasha e la Medicina cinese, così come tra il reiki e la medicina cinese. Nel mio percorso di studi ho integrato tante pratiche, anche la pranoterapia, e non è un caso che tutto avvenga a livello del cuore, che è la nostra pompa energetica e che ci ricorda che il fine ultimo di tutte queste pratiche è l’abbraccio con noi stessi e con l’altro e che soltanto riconoscendo la nostra dignità possiamo riconoscere la dignità altrui ed essere Uno.
Registri Akashici cosmici
Esistono anche i registri Akashici cosmici cioè quelli che riguardano la storia dei vari pianeti; consultarli può aiutarci a capire meglio la nostra posizione planetaria e la portata di queste pratiche di guarigione, di cui l’agopuntura è Principe. E tutte mirano alla nostra salute. Mettere il cuore e le sue istanze al centro, vuol dire connettersi al proprio destino ed esprimere in ogni momento la propria verità che è arte in quanto creazione e connessione con il tutto. Questo irradia bellezza di cui siamo fonte e nello stesso tempo spettatori ed espande il nostro compito come missione universale di pace.
Nel Magazine n° 17
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