Nello shiatsu nella vibrazione e nel silenzio…
C’è un sottile filo d’unione: l’ascolto
Lo shiatsu
Non è un caso che in un corso di canto armonico ci sia qualcuno, o più di uno, che praticano lo shiatsu, è un classico. Abbiamo già pubblicato le riflessioni di chi pratica lo shiatsu e il massaggio sonoro con le campane tibetane. Per esempio quelle di un musicista: Massimo Cantara:…negli ultimi anni però la mia attenzione si è indirizzata verso l’ascolto profondo del suono e degli effetti che esso suscita in me quando lo interiorizzo profondamente ma anche dei suoi effetti sulla salute. E quelle di Rita Fiumi: Le campane tibetane, infatti, attraverso le loro vibrazioni benefiche, possono portare nuovamente ordine laddove vi era un disturbo fisico, emotivo, psicologico. Le frequenze armoniche delle campane portano immediatamente il corpo in risonanza, riuscendo a liberare blocchi e somatizzazioni anche profonde.
La vibrazione
Il terzo principio ermetico ci ricorda che nulla è in quiete, ogni cosa si muove; ogni cosa vibra.
Forse sarà questa consapevolezza che porta chi pratica lo shiatsu ad avvicinarsi al mondo dell’ascolto sottile, intuendo che la qualità del tocco delle mani è fondamentalmente legata alla capacità di saper ascoltare. In un nostro testo abbiamo affrontato questo argomento, ricordando che il sistema limbico è influenzato dal tocco delle mani sulla pelle. La nostra pelle è considerata un gigantesco cervello a cristalli liquidi, le tensioni muscolari e nervose possono essere sciolte per generare una catarsi anche a livello inconscio. Anni fa, per la prima volta abbiamo messo in programma a Ravenna uno specifico seminario tematico in questa direzione, integrando la tecnica shiatsu al massaggio sonoro. In questi anni la nostra pratica ci ha dato buoni riscontri. Crediamo che questo tipo di lavoro possa essere d’utilità per chi cerca di approfondire il campo della percezione vibrazionale.
L’ascolto
Completiamo questo breve articolo con un pensiero di Juddu Krisnamurti:
Ascoltate e mantenete lo spazio tra l’osservatore e la cosa osservata. Se mantenete completamente vuoto questo spazio, non c’è osservatore né cosa osservata; c’è soltanto movimento.
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