“Chi canta prega due volte” S. Agostino
Un suono non è un suono. Mi permetto di fare un passo in più e dire che in fondo neanche ascoltiamo veramente. Mi spiego. La questione riguarda da una parte quello che riteniamo conosciuto e quindi consolidato, dall’altra le possibilità che si aprono qualora mettiamo in discussione il nostro “sapere”, aumentando la nostra comprensione.
Un suono è la somma di armonici, che sono multipli della fondamentale che ne determinano la natura e la struttura. Se rifuggiamo dal sistema temperato, possiamo calarci all’interno dell’infinita realtà degli armonici.
Come avviene nella scienza che utilizza strumenti per conoscere sempre più nel dettaglio le particelle della materia, cosi possiamo penetrare la natura del suono e scomporlo nelle sue infinite parti fin dove possiamo.
Già, perchè possiamo fino ad un certo punto. Qui dovremmo aggiungere, che anche la dove possiamo, il nostro ascolto è solo parziale. Ascoltiamo infatti, quello che traduce il cervello e oltretutto traduce frequenze comprese fra 20HZ e 20.000HZ (se va bene!).
Molto più esatto parlare di vibrazione e allargare il nostro universo conoscitivo. La radice di vibrazione è Vir, che deriva dal sanscrito e significa forza. Da qui virile, virtù.
Diluendo con un termine in voga e new age possiamo parlare di energia. Ma quello che ci interessa è capire che il suono è una forza che agisce prima ancora che nella percezione (traduzione) uditiva, nella percezione corporea.
Gli infrasuoni e gli ultrasuoni, sono onde che attraversano il nostro corpo e non li ascoltiamo con le nostre orecchie. La musica delle sfere, che viene da molto lontano, storicamente e “fisicamente” (vd Pitagora e Platone) non è fatta di note e non possiamo certo ascoltarla, cosi come intendiamo comunemente. Si tratta meglio di una armonia, una struttura, un archetipo, per dirla con un linguaggio analitico, che è insita o nascosta (esoterica) in ogni cosa dell’universo. Sono vibrazioni o frequenze.
Conoscere la serie degli armonici, significa entrare in relazione con realtà celate e invisibili intorno a noi. Le campane tibetane o ciotole, sono un ottimo strumento per questo. Uno strumento che ci connette o ri-connette con la Natura, che purtroppo dimentichiamo spesso, in una società frenetica e consumistica.
Nella scena iniziale di “2001 Odissea nello spazio” la scimmia che batte l’osso a terra come un tamburo è accompagnata dalle note di Cosi parlò Zaratustra di R. Strauss. L’incipit è in qualche modo “l’orchestrazione” dei primi armonici: fondamentale, quinta e ottava.
Nelle immagini sono la relazione terra-cielo in un percorso di evoluzione dal basso verso l’alto. Descritta magistralmente dal regista. Ora in queste poche righe è difficile spiegare nel dettaglio la numerologia di questi intervalli, sicuramente avremo la possibilità di farlo in una prossima pubblicazione. Possiamo intanto cercare di capire cosa succede acusticamente:
FONDAMENTALE 1
QUINTA 3/2
OTTAVA ½
Questo significa che se abbiamo una corda vibrante, dividendola a metà otteniamo lo stesso suono che vibra al doppio (ottava superiore) e dividendola per 3/2 otteniamo invece la quinta. Musicalmente se Do è la fondamentale, avremmo Do (ottava) e Sol (quinta).
Ho accennato sopra che il sistema temperato, quello che utilizziamo normalmente in musica, è una “riduzione” dei suoni naturali. Genera infinite meraviglie, ma è sicuramente una parte di un Infinito, o meglio solo di un universo degli infiniti possibili, a cui possiamo prendere parte.
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