Per trovare l’armonia interiore non è importante l’azione, ma la sua qualità!
Così anche una semplice camminata, se eseguita con alcune precise regole, può diventare un prezioso esercizio di autorealizzazione.
E’ bello camminare
Sappiamo tutti quanto sia bello camminare, se possibile, ancora meglio, passeggiare immersi nella natura. Gli esperti ci dicono che camminare circa trenta minuti al giorno è veramente un toccasana: stimola il buonumore e il benessere; riduce il rischio di malattie cardiache; allunga la vita; tonifica i muscoli e rende più forti le ossa; migliora l’autostima; fa perdere peso più velocemente; migliora le attività cognitive; stimola la creatività; aumenta la produttività; previene l’obesità infantile. Che dire, ci accorgiamo pienamente di questa sana bellezza, quando abbiamo avuto un qualche impedimento personale o sociale come nel caso della recente situazione “pandemica”. A seguire vi esponiamo qualche idea per valorizzare al meglio le nostre belle camminate.
Per una buona respirazione
Prima di iniziare la camminata ci raccoglieremo in una zona comoda, e sedendoci porteremo l’attenzione al nostro respiro. La funzione respiratoria è semiautomatica, ciò vuol dire che in parte possiamo gestirla autonomamente e consapevolmente; ad esempio bloccandola, per un tempo limitato ovviamente, ampliandone l’inspirazione o l’espirazione. Tutto ciò è molto evidente per chi pratica o insegna Yoga, ad esempio. Si dice che il primo respiro sia pregno di impressioni profonde che rimangono radicate nel nostro inconscio. Sperando che il nostro, abbia rispettato i tempi fisiologici, e dunque non sia stato molto traumatico e faticoso, sarà comunque utile riappropriarci di un respiro meno superficiale di quello abituale, così spostati verso le varie attività da svolgere.
Camminare, odorare, vedere…
L’invito è dunque quello di liberarlo, e così a seconda della nostra camminata, di ciò che incontreremo, odoreremo, vedremo, di come sarà l’appoggio dei nostri piedi, potrà essere più o meno ampio, profondo, tranquillo, disteso. Sappiamo che il principale artefice di questa vitale funzione è il muscolo diaframma. Posto al confine tra il torace e l’addome, con la sua attività, introduce ed espelle l’aria nei polmoni e permette lo scambio tra ossigeno ed
anidride carbonica. Motivi di generico stress, patologie, scorrette posture, possono portare il diaframma ad una ridotta capacità di movimento ed elasticità. Le analisi delle conseguenze o dei motivi di ciò non rientrano nella stesura di questo articolo, ma possiamo senz’altro dire che la maggioranza di noi ha, quando più quando meno, la necessità di rielasticizzare questo importante muscolo.
Il diaframma l’ansia e la paura
Una cosa però vorrei dirla. C’é un doppio legame tra il diaframma contratto, poco elastico, e ad esempio l’emozione dell’ansia e della paura. Ognuno dei due aspetti può essere causa dell’altro. Mi piacerebbe che le passeggiate che andremo a vivere, possano dare un contributo nella direzione di sciogliere alcuni stati ansiosi e/o qualche paura che costringe il diaframma ad una ridotta escursione (blocco inspiratorio). In particolare, ciò che spesso risultano compressi e retratti sono i Pilastri diaframmatici, che dalla parte centrale del muscolo (centro frenico) scendono e si inseriscono a livello delle vertebre lombari. Quando sono particolarmente tesi, essi danno luogo a quella che in Rieducazione Posturale viene chiamata iperlordosi diaframmatica.
Il respiro e il diaframma
Tornando al respiro e al diaframma, vi passo alcune informazioni ( per chi già non le avesse) sul suo funzionamento, per dare un contributo al livello di consapevolezza, con cui ognuno di noi andrà a vivere l’esperienza. Durante la fase inspiratoria, esso si abbassa in direzione del perineo per fare più spazio ai polmoni che devono ricevere l’aria. Va da se che la fase successiva, l’espirazione, vedrà il diaframma risalire aiutando i polmoni a far uscire l’aria.
Bella questa collaborazione vero? Questo movimento a “mantice” che prevede un’azione di pressione e depressione della zona toraco/addominale, oltre al compito suddetto ci permette varie altre cose molto importanti per il nostro benessere: il massaggio dei visceri, la funzione di pompa nella circolazione sanguigna di ritorno, un contributo alla digestione, ed altro.
Camminare in modo consapevole
Con queste basilari e semplici informazioni possiamo così intraprendere la nostra passeggiata sapendo che avremo la possibilità di portare ogni tanto il nostro pensiero consapevole e benevolo a questo compagno di viaggio!
L’arte di camminare
E poi, continuando con qualche proposta, cercando di essere presenti nelle nostre passeggiate, ci ispireremo allo zen, un passo dopo l’altro verso l’arte di camminare. Valutando ogni volta il diverso territorio che incontreremo nel rispetto della disponibilità d’ognuno di noi, nella piena libertà. Quando la dimensione del nostro “territorio” lo permetterà vivremo ricchi stimoli sensoriali. Sperimenteremo alcune tecniche che ci permetteranno di essere preparati al meglio verso questi nostri percorsi di consapevolezza. Cercheremo le basi di un buon camminare valutando la giusta postura eretta, alla ricerca del nostro baricentro. Ascoltando l’appoggio dei due piedi, scoprendo la relazione tra il respiro e la postura del corpo, sia da fermi che in movimento. Spesso ci muoveremo a rallentatore, a volte con gli occhi chiusi, a volte fissando un punto a terra o all’orizzonte per avere concentrazione e stabilità.
Il rilassamento
Lavoreremo sul rilassamento di ogni parte del nostro corpo, dal viso, alle spalle, dall’addome
alle gambe, verso le piante dei piedi scoprendo il buon radicamento al terreno. Quando possibile ci toglieremo scarpe e sandali per camminare a piedi nudi sul terreno. Queste passeggiate saranno di grande beneficio per tutto il sistema sensoriale.
Altre informazioni
Questo articolo si trova all’interno del nostro Magazine n° 7 . Tutti i contributi di questo “numero” trattano come poter essere attivi consapevolmente, con informazioni particolarmente mirate e, utili da poter praticare, durante il particolare periodo di emergenza “Covid”.
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