Tesina conclusiva: IL SUONO E I CORPI SOTTILI
Corso in Massaggio Sonoro e Oli Essenziali
IL SUONO DI UNA CAMPANA
Mi sono ritrovata con una campana tibetana senza saperne esattamente il motivo e per anni è stata da una parte finché un giorno ne ho sentito il richiamo ed è iniziato un viaggio bellissimo! Ogni volta che suono o ricevo suono avviene come una magia, sento una profonda sensazione di tenerezza, di rappacificamento, un po’ come quando si torna a “casa” dopo tanto tempo. L’esperienza nel corso di Mauro mi ha donato l’opportunità di lasciami andare a quel suono e a quelle vibrazioni, permettendomi di sperimentare uno stato di profondo rilassamento che la campana induce naturalmente. Il massaggio sonoro con le campane tibetane può portare la persona in un luogo non luogo, in una dimensione atemporale, fuori da spazio e tempo, in uno stato di coscienza che ho riconosciuto come “Essenziale”. Ma come può succedere tutto questo?
UPANISHAD
“Colui che è (quaggiù) nell’essere umano e colui che è (lassù) nel sole sono uno solo. Chi così conosce, allorché abbandona il mondo, procedendo verso lo atman fatto di alimento, procedendo verso lo atman fatto di mente, procedendo verso lo atman fatto di respiro, procedendo verso lo atman fatto di conoscenza, procedendo verso lo atman fatto di beatitudine, mentre si aggira per questi mondi, mangiando a piacer suo, assumendo le forme che vuole, se ne sta a cantare questo saman: “oh, meraviglia delle meraviglie! Oh Meraviglia!”
III, 10,1 Taittirya Upanishad
La campana tibetana è uno strumento rituale e, al suo primo tocco, apre il sipario alla sacralità di ciò che siamo e ha una grande risonanza sulla persona attraversandola e influenzandone tutti i corpi, a partire da quello fisico. Ma il piano fisico è solo la porta d’ingresso, non esaurisce l’essere vivente che è un magico insieme di corpi o KOSHA, siamo energia. Questo concetto, così basilare e scontato in Oriente, lo è un po’ meno in occidente. Il buon scorrimento dell’energia nel e fuori dal corpo fisico è basilare per il ben-Essere e, in questo ambito, il suono e la vibrazione delle campane può essere tanto benefica per tutto il sistema dei Kosha.
Il SISTEMA KOSHA, NADI E CHAKRA
La fisiologia Yogica descrive il corpo umano come rivestito da involucri i detti KOSHA o CORPI, parla di CHAKRA e di AURA e di come le varie specializzazioni del prana sono necessarie al buon funzionamento delle diverse parti del corpo. Oltre alla fisiologia si fa riferimento anche alla connettività tra tutti gli elementi che danno forma a ciò che siamo. È proprio l’interruzione dell’armonia comunicativa tra le varie parti che crea blocchi energetici che interrompono il naturale collegamento tra ciò che è invisibile come l’aura, i corpi sottili, le Nadi e gli organi fisici. Ognuno di questi elementi è invisibile ma Sostanziale. Impossibile darne una classificazione univoca perché le diverse filosofie e scuole spirituali li descrivono in modo differente. In questa sede farò riferimento alla classificazione che si ritrova nella TAITTIRYA UPANISHAD. I Kosha o Corpi sottili si definiscono tali perché la loro struttura è sempre più sottile man mano ci si allontana dal corpo fisico e ogni piano è interdipendente, così come ogni organo nel corpo è unico e necessario a livello sistemico. I Kosha includono sia il piano fisico che quello invisibile (ai molti):
- Annamayakosha o corpo fisico costituito dalla materia, dal cibo che introduciamo, dall’ossigeno; è la stratificazione più densa dell’essere umano.
- Pranamayakosha (corpo eterico) costituito da un bozzolo di energia che proviene dalle forze atmosferiche e dalla bioenergia del cibo e della forza elettromagnetica dell’atmosfera assorbita con la respirazione. È l’involucro della nostra vitalità, sommatoria di diversi elementi come le emozioni operanti nel corpo umano.
- Manomayakosha costituito dalla mente, dalle impressioni sensoriali e materiali ed è alimentato dai processi psichici.
- Vijnanamayakosha che si riferisce alla facoltà intuitiva, l’intelletto superiore non condizionato dai piani più bassi, una conoscenza di luce e suono puri. Questo quarto involucro è strettamente legato al sistema nervoso e il suo equilibrio crea la facoltà di discernere e prendere decisioni.
- Anandamayakosha il corpo di beatitudine.
IL CORPO ETERICO
Il corpo eterico si forma dall’incontro tra i chakra che sono i centri di controllo e di trasformazione dell’energia e i canali che sono le Nadi. Le Nadi, come il sistema venoso per il sangue, veicolano l’energia. Nel Siva Samhita, si parla di 350.000 nadi, ma quelle essenziali per la vita sono Ida, Pingala e Sushumna, rispettivamente le strade che permettono lo scorrimento dell’energia della luna, del sole e del fuoco. Attraverso Sushumna e cioè attraverso la colonna vertebrale l’energia arriva al sesto chakra dove maschile e femminile si incontrano e sale alla corona Sahasrara, sede di Agni (fuoco). Alla base di Sushumna troviamo sopita l’energia cosmica divina o Kundalini, un’energia latente che risvegliata sale fino alla corona, 7° chakra. Per un buon funzionamento del corpo fisico è importante che ci sia accordo con un buon funzionamento del corpo eterico e i chakra rappresentano i punti di connessione tra il mondo spirituale e le funzioni fisiche del corpo! Per semplificare, Il processo respiratorio agisce come la turbina di un sistema elettrico, i chakra sono gli accumulatori di energia pranica che attraverso le nadi si diffonde in tutto il corpo! Siamo Energia e il denso corpo fisico è il nucleo di questo campo. Esiste poi, l’energia cosmica universale, quella del Macrocosmo nel quale Noi Microcosmo siamo inseriti e ad essa connessi. Nella filosofia ermetica si parla del principio di corrispondenza tra i vari piani di esistenza. Siamo una proiezione del macrocosmo e solo riconnettendoci, facendo da tramite tra terra e cielo dentro e fuori di noi, possiamo sentirci pienamente in forma. Steiner cita i corpi distinguendo tra corpo eterico, corpo astrale e corpo fisico e dà alla musica un potere diretto di incidere sul corpo eterico riferendosi in particolar modo alla musica di Wagner.
“L’uomo ha il compito di imprimere il mondo superiore entro il mondo fisico, e in quello che produce crea un’impronta nel mondo spirituale. Questo sentirono Shopenhauer e Wagner e perciò assegnarono una così importante funzione alla musica”. R.Steiner
Ed ecco che nel massaggio sonoro il potere del suono va a favorire il flusso energetico tra i chakra, infatti, la campana spesso si suona facendola scivolare lungo Sushumna andando così a stimolare le 3 casse di risonanza principali del corpo: bacino, gabbia toracica e scatola cranica, dalla terra al cielo! Se il nostro sistema è in armonia, se c’è “accordatura” tra i nostri diversi corpi, l’energia si acquisisce in modo fluido, non si disperde e il nostro guscio protettivo è forte e diventa una forma di protezione per noi.
L’ARMONIA DEL SUONO
In questo ambito il massaggio sonoro è uno strumento che può portare le persone a “sentire”, facilitando il movimento dell’energia partendo dal corpo fisico ed arrivando agli altri e agendo naturalmente dove c’è bisogno. Ne dà riprova il fatto che in seguito ad un trattamento dello stesso tipo, con la stessa campana le persone ne danno riscontri differenti. I diversi KOSHA sono interconnessi la combinazione tra il massaggio sonoro, sia espansivo che inclusivo, con altre tecniche prettamente fisiche può arricchire l’esperienza verso il benessere delle persone. Il suono della campana va a bussare con delicatezza a quella parte di noi a cui spesso diamo poche cure. Ho praticato il massaggio sonoro lavorando in team con una chiropratica, sia sovrapponendomi al suo trattamento in un caso, che suonando successivamente.
L’ESPERIENZA
Rebecca mi scrive: Non mi aspettavo del risultato dopo il trattamento. Mi sono alzata in uno stato di silenzio e pace interiore. Non mi importava di nulla, i miei problemi, i giudizi, le preoccupazioni. Molto rilassata, come se fossi non più nella 3° dimensione. La campana alla testa è stata stupenda, vedevo delle cose trasparenti con delle linee azzurro e poi è sbucato fuori una specie di serpentino vermetto giallo che poi è scappato. Un’altra campana che mi ha fatto sentire molto bene è quella che mi hai messo sulla schiena. Stavo in profondo contatto con il mio io superiore, come se io fossi dentro il mio corpo e sentivo quanto ero importante e quanto amore c’era tutto per me. Mi sentivo protetta e amata veramente. Volevo stare là dentro. Grazie per questa meraviglioso viaggio nel mio tempio e di avermi fatto conoscere un po’ meglio me stessa. Mi è sembrato molto utile il lavoro combinato.
LA DANZA NELLA MATERIA
Tutta la materia sia densa che sottile è vibrazionale in quanto l’atomo ha un’attività dinamica; gli elettroni ruotano intorno al nucleo che a sua volta è mobile. Qualsiasi oggetto possiede un’attività vibrazionale e la somma delle vibrazioni e la loro velocità portano ad avere una certa frequenza. Più la materia è densa più il movimento delle vibrazioni è lento, minore densità onde vibratorie più rapide quindi maggiore frequenza. Stessa cosa troviamo nel suono che con altezza intensità e timbro si caratterizza. Ogni campana ha la sua vibrazione e frequenza che dipende dalla sua forma e composizione. Ogni metallo che la compone, infatti, vibra in modo peculiare e per questo il suo suono è molto ricco di armoniche e rispetta precise geometrie tendenti alla coerenza e all’armonia. Per risonanza, il corpo inizia a vibrare perché riconosce tale armonia come innata, potenziale. Secondo me il suono della campana tibetana ci permette di RI-conoscerci e per questo, come avviene nella risonanza acustica, di attivarci. Le nostre cellule iniziano a danzare! Anche R. Murray Schafer nei suoi studi descrive come il fenomeno sonoro sia prerogativa di ogni elemento naturale animale o vegetale e di tutti i popoli del pianeta. Tutto Vibra. Questa vibrazione sonora viaggia nell’acqua 4 volte più velocemente che nell’aria. Il nostro corpo fisico è fatto principalmente di acqua ed ecco uno dei motivi per i quali il suono ci tocca così attivamente. Nel corpo spesso regna l’entropia, uno stato di disordine energetico. Per ridurla è necessaria una certa quantità di energia di natura più armonica e organizzata come quella vibrazionale prodotta dalle campane tibetane. Ognuno ha una sua vibrazione, un’impronta energetica che caratterizza la persona, ma sulla qualità di questa vibrazione si può agire operando con il suono. Le vibrazioni delle campane tibetane rasserenano il corpo e lo influenzano sia a livello cellulare che energetico. Le frequenze più basse generate da emozioni quali paura, rabbia e risentimento possono lasciare spazio a una vibrazione più alta. Ho voluto sperimentare il massaggio sonoro combinato ad una lettura dei kosha con un pranoterapeuta. Davide Ancona Prete ha praticato una lettura dei corpi pre e post trattamento sonoro e ha confermato che esso agisce immediatamente sul corpo eterico e tale variazione energetica, come nei vasi comunicanti, arriva agli altri Kosha. Dice: L’energia, il flusso attraverso i chakra ora scorre più facilmente. I chakra sono più permeabili, Vedo un campo eterico più espanso, ci sono queste linee che frastagliano l’energia che ora ha bisogno di tempo per stabilizzarsi e trovare una posizione nuova. Il Campo eterico ha un’espansione doppia rispetto a prima. Vedo delle linee di forza che hanno rimescolato energia che poi arriverà al campo astrale psichico e spirituale. Le cellule prima confuse si sono messe tutte nella stessa direzione creando un ordine nuovo. Consiglio il riposo e di bere per facilitare lo scambio cellulare. Il suono ha attivato un processo di distruzione, di pesantezza che avevi a livello del 2° chakra, ora vedo che sei nella fase di dissolvimento e poi seguirà la ricostruzione e un nuovo allineamento. Vedo il chakra del cuore maggiormente espanso.
IL SUONO PUO’ ESSERE POTENTE…
Non avendo approfondito con lui il tema del corso di Mauro, il riferimento alla direzione delle cellule mi ha colpito tantissimo perché mi ha confermato quanto il suono può essere potente e arrivare dall’Annamayakosha al Vijnanamayakosha armonizzando tutti i corpi, rimettere in moto una connettività interrotta, dando così spazio e speranza alla bellezza nel suo insieme.
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