Nella pratica si sono mostrate molto efficaci le tecniche a “ponte”. Intendiamo con questo nome le modalità operative che uniscono due zone corporee separate da una valle.
Le zone “ponte”
Ad esempio le più evidenti “valli” con la persona in posizione prona sono: la fisiologica lordosi lombare che separa e collega la zona del sacro dalle vertebre dorsali, e la curva cervicale tra il dorso e la testa. Nel massaggio sonoro® utilizziamo il braccio come un ponte, tenendo la campana nel palmo della mano facendola suonare in modo che le sue vibrazioni si trasmettano principalmente lungo la coppia di ossa del braccio: l’ulna e il radio. Si crea in questo modo un doppio binario che conduce le vibrazioni da un capo all’altro. La trasmissione del suono nelle ossa umane ha tradizionalmente il valore di unire spirito e materia.
Il braccio come un ponte
In pratica il braccio che si offre come ponte di collegamento. In questo caso si mettono in relazione la zona dorsale con il capo e la campana più indicata è di medie dimensioni. Per la zona lombare la scelta cadrà su di una campana medio-grande.
Le tecniche a ponte si possono utilizzare a complemento di specifici protocolli con una durata di circa cinque minuti. Ad esempio in quello dei “Tre centri” è particolarmente utile quando si voglia realizzare una costante e diffusa stimolazione nella zona della testa, che è una parte del corpo delicata, e quindi sarà necessaria la massima attenzione.
Con le tecniche a ponte l’operatore entra tangibilmente a contatto con la corporeità dell’altro, prendendone in qualche modo la misura, come potrebbe fare un sarto.
Gli egizi
Il termine misura ci rimanda alla tradizione egizia, che ne ha fatto un espressione della conoscenza come principio-unità di collegamento tra l’alto e il basso. Gli antichi egizi usavano come unità di misura il cubito, che è pari alla lunghezza del braccio dal gomito alla punta del dito più lungo, il medio, ed è con questo principio che costruirono le piramidi!
Magazine n° 9
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