Raccolta di risposte emozionali, fisiche, percettive nei trattamenti con le campane tibetane
PRESENTAZIONE
Prendere appunti per me è una vocazione e dal 2018 trascrivo su di un quaderno i risultati di ogni trattamento. Questa modalità mi orienta sulla persona, i suoi fastidi, i cambiamenti, le reazioni, ponendo anche me stessa in una condizione di critica o lode, al fine di modificare ed eventualmente attenzionare, tutto ciò che il trattamento stesso fa emergere. Nel tempo le esperienze si sono accumulate esprimendo quanto di più diverso si possa immaginare. Ognuno ha il suo modo di assorbire ed elaborare gli stimoli sonoro-vibrazionali e rileggere ciò che è fissato su carta, permette di fare un viaggio interessante nel mondo sconosciuto e intimo di ciascuno. Esistono riscontri che potremmo definire comuni, altri particolari, alcuni che appartengono allo stato di sogno… Il tipo di reazione è soggettiva e dipende molto dalla disponibilità alla fiducia, dall’accoglienza offerta, da come sei e da quello che cerchi. Ho notato per esempio che frequentemente chi lavora in ambito olistico, ha più difficoltà a lasciarsi andare e spazzare via tutte le sovrastrutture che la propria preparazione ha consolidato. La campana è materia viva, un rivelatore di nodi da sciogliere, sia in senso fisico che psico- emotivo e spirituale. Una persona una volta, dopo il secondo trattamento, mi ha detto: “per me è eccessivo, mi scava troppo dentro” e non è più venuta.
La via per la guarigione passa per una porta che si apre solo dall’interno.
L’APPROCCIO
Il terreno su cui poggia la mia pratica è concentrato su di una comunità piccola, paesana, variegata, che si sta aprendo lentamente a possibilità diverse da quelle solitamente offerte. Il passaparola e l’inevitabile sorpresa benefica da parte di chi ha ricevuto un trattamento, sono il viatico alla diffusione del metodo. L’estate le presenze turistiche aumentano le possibilità numeriche di chi decide di dedicare uno spazio della sua vacanza alle campane: un ottimo modo per riportarsi nel bagaglio un particolare souvenir emozionale.
Le persone si avvicinano alla terapia vibrazionale stimolate da vari fattori: dolore fisico, ansia, bisogno di rilassarsi, curiosità… Spesso proprio quelle più pragmatiche e poco inclini a mollare il controllo, acquisiscono da questa esperienza una percezione, sottile e inaspettata, del proprio corpo. Ciò che hanno vissuto è rivelabile dallo stupore evidente di una frase “non me lo sarei mai immaginato”.
Ciò che vive secondo la ragione, vive contro lo spirito! (Paracelso)
LE TESTIMONIANZE
“Febbraio a Lampedusa, serata umida ma con bellissimi colori. Mi avventuro nel mondo delle Campane Tibetane. Ignoro cosa mi aspetti, decido di affidarmi ad Anna. Non so quanto tempo sia passato, in realtà un’ora, perché entro in uno stato di semi incoscienza, perdo il contatto del mio corpo fisico, la mente viaggia in una dimensione extracorporea… Sensazioni stranissime, mai provate prima, che mi lasciano poi in uno stato di beatitudine…e durante le notti seguenti sento ancora le vibrazioni attraversarmi il corpo e la men- te lucida per prendere alcune decisioni importanti”. ( L. anni 58 manager)
Ho scelto di iniziare da questo riscontro per evidenziare il risultato del trattamento su una persona decisamente concreta e pratica. Il resto delle esperienze raccolte, che comprendono quelle più singolari e stimolanti, fanno riferimento a incontri vibrazionali che si sviluppano ripetutamente nel tempo. In questi appuntamenti cadenzati, si ha la possibilità di seguire un percorso personale di crescita e consapevolezza, partendo, fondamentalmente da un’unica origine: l’effetto delle Campane Tibetane.
(S. anni 49 artigiana ceramista): “Da quando ho iniziato i trattamenti mi sento invasa da emozioni benevole che, ricordandole, mi servono come consolazione nei momenti difficili. Sto vivendo una condizione di accettazione serena di eventi e persone. Non uso più sonniferi e ho dato una severa rallentata al consumo di alcool. Il buonumore permane per giorni“. (Il suo aspetto è più disteso e appare una certa brillantezza nei suoi occhi, quella luce che per la MTC* è definita Shen).
(R. anni 66 pensionata): “Come in un sogno mi sentivo leggera che volteggiavo in aria avvolta da una luminosità bianca. Ero molto contenta di essere così fluida, senza peso. Mi meravigliavo molto del mio stato ed ero felice“. (Da parecchi anni è più che sovrappeso e non riesce a dimagrire).
(A. anni 36 musicista): “Ho la sensazione di essere in barca, dondolando su un cielo stellato. Le campane scombussolano la mente e non solo; mi spingono a sistemare qualcosa che è dentro di me: ansia, paura, fragilità. Indirizzano la mia rabbia creativa verso un obiettivo che va a completarsi… L’utilità di questo spazio vibrazionale, sta nel facilitare la fluidità dell’essere, trovare un orienta- mento e mettere a fuoco il bersaglio per avanzare artisticamente. Visioni di una porta che si apre”. (Finalmente è riuscito a partire da Lampedusa e ora collabora con altri musicisti in un gruppo musicale).
(D. anni 60 medico): “Durante i trattamenti riesco a vivere nella zona di mezzo tra sogni, visioni, vigilanza. Sento rompere il guscio emotivo che mi ingabbia; il mio interno si scrosta come argilla che si crepa, i grumi e i residui si sciolgono in un liquido in movimento. Una sensazione di sospensione in cui sono circondata da più persone che suonano. (Sono solo io a farlo)! “Questo percorso ha smosso la mia emotività, sono meno confusa, più lucida, dormo bene. Ho un’energia di ritorno che mi regala una graduale ripresa e un sano distacco, più presente a me stessa, in esplorazione di un bel passato e libera da pensieri cupi”. ( Da qualche anno sta affrontando un problema di salute abbastanza grave).
(C. anni 48 erborista): “Ho avuto la sensazione dolorosa di una ferita tra le scapole che si apre, come se le mie ali non si potessero più muovere. Le vibrazioni sono arrivate sulla muscolatura dorsale che piano piano si distende e rimanda la percezione della ferita rimarginata. Sanata nell’intimo: gioia, dolore, lacrime”. In un trattamento planetario la stessa persona: ”fluttuare senza appoggio. Affiora un ricordo non definito che commuove. Riconosco un suono che è impresso nella memoria; è come un ricongiungersi con qualcosa che viene da lontano…come nel grembo materno”. (Sta vivendo un momento difficile della sua vita. Si sente bloccata dalla famiglia e vorrebbe cambiare qualcosa, “spiccare il volo”).
(A. anni 66 insegnante yoga, trattamento planetario): “I piedi scottano, brividi lungo le braccia. Mi sento avvolta in una bolla e poi libera in un cielo stellato. Scroscio di una cascata, ( ho aggiunto acqua nella campana grande) poi un’unica immagine: un punto di luce al centro del petto, divento e sono quella luce. Mani bollenti, sensazione di dilatazione del corpo, non ho più muscoli, ossa, carne ma…..com’è possibile che i piedi mi sostengano nella campana se non ho più le gambe? Percezione celestiale delle campane piccole”.
(T. anni 49 educatore cinofilo): “Sento sgretolare un muro come se qualcosa dentro, nel più profondo, fosse riportato alla luce”. (Durante un incontro vive): “una tempesta emotiva in cui una parte di me, per ben due volte, voleva fuggire ma è stata trattenuta dalla paura di farlo. riaffiora un ricordo che era sotterrato; sensazione di nebbia che si dissolve”. (Da quando abbiamo iniziato i trattamenti è): “più consapevole delle cose che accadono. Anche se le problematiche si ripropongono, sento la necessità di lasciare andare e permettere a me stessa di affrontare, diversamente dal passato, i rapporti umani”. (Nel processo di cambiamento è avvenuto uno sblocco significativo, ha ripristinato il suo curriculum vitae che da anni era dimenticato in un cassetto).
IL CONGEDO
L’intensità di queste esperienze apre la porta a una opportunità di conoscenza e consapevolezza di sé fuori del comune. Una discesa nelle zone più delicate della persona, una immensa occasione di progredire sia per chi pratica che per chi ne riceve i benefici. La sottile e invisibile rete creatasi in questi incontri e il saltellare tra le voci di ognuno, ci ricorda che da millenni i monaci orientali usano le campane tibetane per i loro viaggi astrali. Approfittiamone e…buon viaggio a tutti!
Informazioni Magazine n°21
Questo articolo si trova all’interno del Magazine n° 21, come ogni volta si può scaricare in forma gratuita ⇒Magazine n° 21