Ascoltando le sonorità degli intervalli musicali prodotti dalle nostre campane tibetane comprendiamo l’effetto del massaggio sonoro
Gli intervalli
In un nostro testo, abbiamo preso in considerazione gli studi riguardanti gli intervalli sonori e i loro effetti. Partendo da alcuni elementi base d’acustica, e riportando gli studi e le ricerche di Pitagora, Steiner, Laneri, Jannacci. L’intervallo, in fisica acustica, è definito come la differenza di altezza tra due suoni. Quindi è relativo al rapporto fra le frequenze dei suoni stessi. Teoricamente gli intervalli sono infiniti, come sono infinite le manifestazioni sonore presenti in natura.
La scala musicale
Tuttavia, nella pratica dei sistemi musicali, gli stessi si restringono a un numero limitato. Riducendo il campo con una grande semplificazione, avremo i seguenti intervalli fondamentali. Quelli di primo grado, o unisono, che partono da Do e arrivano allo stesso Do. Di secondo grado che vanno da Do a Re. E quelli di terzo grado da Do a Mi e così via. Fino ad arrivare all’intervallo di ottava dal Do di partenza al Do successivo.
Pitagora
Una delle prime testimonianze della misurazione e divisione del suono risale al VI° secolo a.C. e va attribuita a Pitagora da Samo. E’ universalmente riconosciuto anche come padre della geometria. All’interno della propria scuola iniziò a studiare i fenomeni acustici e le relazioni planetarie. Si dice avesse un orecchio così fine da permettergli di riuscire ad ascoltare il suono dei pianeti che vibravano nell’universo. È celebre la sua esperienza con il semplice strumento del monocordo. Era costituito da una sola corda tirata su una struttura di legno. Esaminando la divisione musicale prodotta dalla suddivisione geometrica, codificò gli intervalli come archetipi della forma.
La musica delle sfere
Pitagora parlò della “musica delle sfere”, considerando l’universo come un immenso monocorde con l’estremità superiore nello spirito assoluto e l’estremità inferiore nella materia assoluta. Egli, in base all’ordine matematico che riteneva governasse il moto dei corpi celesti e la pratica della musica, calcolò gli intervalli musicali dei pianeti compresi tra la terra e le stelle fisse. Le esperienze degli intervalli, con le conseguenti dinamiche che producono nell’uomo, sono state studiate approfonditamente anche da Steiner, che illustrò il significato degli intervalli durante una conferenza a Stoccarda nel 1923, da cui estraggo alcuni particolari che descrivono gli intervalli di quinta, terza e quarta.
Dalla conferenza di Steiner
Dunque si potrebbe dire che con l’esperienza di quinta si sperimenta un’uscita nell’ampio universo, e con l’esperienza di terza si ha invece un ritorno nell’uomo nella propria casa, nella sua organizzazione. In mezzo tra le due sta l’esperienza di quarta. Questa esperienza della quarta è, per colui che vuole arrivare a scoprire i segreti della musica, forse una delle più interessanti. Non perché l’esperienza di quarta sia interessantissima come tale, ma perché essa si trova di fatto alla frontiera che separa l’esperienza di quinta (cosmo esteriore) dall’esperienza di terza (interno dell’uomo). L’esperienza di quarta si trova a un certo modo esattamente alla frontiera dell’organismo umano.
Armonie
È opinione comune che alcuni intervalli siano consonanti e facili, come per esempio quelli di terza e di quinta. Mentre altri siano invece più ostici e difficili, come quelli di seconda, quarta o sesta. Non è un caso che la musica faccia un grande uso di armonie facili. Per antonomasia Sanremo, il Festival della Musica Popolare, è un palcoscenico ricco di esempi di melodie facili, subito riconoscibili e orecchiabili al primo ascolto e di conseguenza commercialmente appetibili.
Roberto Laneri
Il musicologo Roberto Laneri sostiene che tutti sono d’accordo sul fatto che un intervallo di terza è più consonante di uno di seconda. Ma nessuno sa veramente il perché. Anche qui, per chi possiede una tastiera la cosa più semplice è cercare l’esperienza personale provando l’effetto su di sé. Ovviamente la stessa esperienza in un momento diverso e in un contesto differente può produrre risultati variabili. Utilizzando uno strumento a fiato ci sarà un coinvolgimento differente e più diretto della fisicità della persona.
L’ascolto
Paradossalmente le persone prive di competenze musicali possono avere un accesso più facile all’ascolto degli effetti del suono nel corpo. Non avendo esperienze canoniche pregresse. Per i non addetti ai lavori: sulla tastiera di un pianoforte possiamo osservare le note ordinate in 7 tasti bianchi e 5 neri. I tasti bianchi rappresentano le note della scala diatonica, la più diffusa nella musica occidentale, che sono: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si e continuano con un altro Do.
Diesis e bemolle
I tasti neri rappresentano invece i diesis (o i bemolle) e sono i gradini tra una nota e l’altra. Sono il Do # (o Re b), il Re # (o Mi b), il Fa # (o Sol b), il Sol # (o La b), il La # (o Si b). Nella dicitura anglosassone le note sono denominate: C per Do, D per Re, E per Mi, F per Fa, G per Sol, A per La e B per Si.
Una tastiera
Proprio con una tastiera possiamo iniziare la nostra esperienza personale, provando la successione dei suoni cosiddetti armoniosi o facili. Partendo dagli intervalli di terza e di quinta Do-Mi e Do-Sol, per proseguire con intervalli meno armonici o difficili: Do-Re e Do-Fa, di seconda e di quarta. Ci ricordiamo sicuramente tutti la simpatica canzone di Enzo Jannacci. Vengo anch’io no tu no, che in una strofa diceva: e vedere di nascosto l’effetto che fa. Credo che questa sia una buona attitudine per ricercare il valore di un’esperienza.
La mente
Nascondersi alle esperienze pregresse cercando di essere presenti, ovvero pronti a cogliere il nuovo con tutta la ricchezza che contiene e tentando di percepire il velato nascosto sempre presente nella nostra mente in costante ascolto.
Le campane tibetane
Il suono delle campane tibetane è particolarmente ricco di armoniche udibili. Con la possibilità di sentire contemporaneamente più suoni con diversi intervalli. Avvolgendo la persona che li ascolta in un’immersione sonora. Un bagno rigenerante, dove la sfera cosciente e quella inconscia vengono sollecitate profondamente.
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