SWEET CHESTNUT
Sweet Chestnut (SCH) è l’ultimo dei 38 rimedi floreali che il Dott. Bach “scoprì”. Fa parte degli ultimi 19 Fiori trovati in soli 5 mesi, considerati i più “spiritualizzati” del suo sistema.
Ho scelto di parlare di Sweet Chestnut affinché la sua conoscenza arrivi a più persone possibili, e che il suo utilizzo possa essere di conforto e sollievo per le gravi afflizioni in cui possono trovarsi. Ricordiamoci che i Fiori sono dei facilitatori per veicolare informazioni che dall’anima devono arrivare alla personalità. Informazioni che già abbiamo dentro di noi ma che, per vari motivi sono, o per meglio dire, stiamo bloccando. In altre parole, essi non apportano nulla che già non ci appartenga, anche se non consapevole o addormentato, e che l’assunzione delle miscele floreali non può essere interpretata come una somministrazione di un qual si voglia medicinale sia esso sintetico o “naturale”, che è qualcosa di estraneo ed esterno al nostro sistema corpo/mente.
“I Fiori ci portano ad incontrare il vero “se stesso” che tutti abbiamo dentro” (Dott Orozco).
Sono consapevole che parlarne non è facile. Infatti lo “stato SCH” negativo, apre le porte ad un territorio molto difficile per l’essere umano. E’ quella condizione di buio della coscienza, in cui manca completamente la luce che aiuta la nostra anima a trovare una guida. Si definisce anche “la notte oscura dell’anima”.
Eduard Bach
Bach scrive “per le persone in cui l’angoscia, in certi momenti è così grande da sembrar loro insopportabile. Quando la mente o il corpo sentono di aver raggiunto il limite estremo della resistenza e devono cedere. Quando sembra che non ci sia altro che la distruzione e l’annientamento da affrontare”.
Alcune parole collegate a SCH sono: angoscia estrema ed esistenziale, limite della resistenza, disperazione, disintegrazione…
Stiamo parlando di quegli stati che alcune volte sono riconosciuti come “attacchi di panico” ma non solo.
Per non appesantirci troppo, intanto andiamo alla descrizione dell’albero. E’ molto robusto e può raggiungere una circonferenza di svariati metri. Nativo del mediterraneo, ama il terre- no vulcanico da cui sembra quasi che ne assorba la potenza, trasportando l’energia dal basso della terra verso l’alto, attraverso le sue radici, il tronco, i rami ed ogni sua più piccola parte. Questi imponenti alberi, vivono diverse centinaia di anni e se tagliati possono ricrescere dal terreno attraverso la creazione di molti polloni. Se i tronchi vengono a contatto fra loro, possono anche fondersi, dando origine ad una sorta di forti e grandi pilastri. Il tronco arriva a non più di circa 25 metri di altezza, i rami spesso crescono orizzontali e possono essere spezzati dal vento se appesantiti dalle foglie. Queste ultime sono grandi, dentellate, lisce e lucide. Hanno fiori maschili e femminili, entrambi usati per il rimedio floreale, la fioritura avviene generalmente nel mese di luglio.
L’essenza si ottiene con il metodo della bollitura. Ne risulta un liquido di color marrone/rossastro, dal gusto pungente, stimolante, rivitalizzante. Ed infatti il compito di questo Fiore è quello di “risollevare”, di far “rinascere” da una grave sofferenza. Per Katz e Kaminski “l’IO si arrende di fronte ad un Potere Superiore ed è capace di rinascere”. Si parla insomma di “nuova identità spirituale dell’anima”.
E’ il Fiore per chi ad esempio ha visto cadere tante sue certezze, ha compreso che il mondo in cui viveva era illusorio, manipolato. Per chi è stato tradito su vari piani, o ha scoperto di percorrere una strada sbagliata. Ma anche per chi sta vivendo un lutto, una separazione, o ha ricevuto una terribile notizia. Per chi sta affrontando una malattia impegnativa.
Per dirla con un “linguaggio psicologico” è consigliata quando stiamo vivendo una qualsiasi situazione in forma di disintegrazione come “la morte di un ego effimero e la nascita di una nuova personalità, che sia maggiormente aderente ai dettami dell’anima”.
La morte e la rinascita
Si può ben intuire che l’essenza è collegata all’archetipo della morte e della resurrezione o rinascita, ovvero di una profonda trasformazione interiore che può senz’altro fare paura. Sto scrivendo questo articolo quando manca meno di una settimana alla Pasqua cristiana, festa in cui si celebra la resurrezione della figura carismatica di Gesù. Il termine Pasqua deriva dal greco “pascha” che a sua volta deriva dall’aramaico “pasah” che ha il significato di “passare oltre” “passaggio”. Ed è proprio questo passaggio, passare oltre il buio dell’anima, che ci permette di rinascere al nuovo, di lasciare magari un atteggiamento, un difetto che ci sta impedendo la nostra evoluzione spirituale, l’unione vera e profonda tra anima e personalità.
Soffermiamoci sul concetto di ANGOSCIA, dal termine latino angustus che significa “stretto, angusto, restringimento”. L’angoscia è un vissuto emozionale ancora più forte dell’ansia, di cui fa parte, ma dalla quale si contraddistingue per la sensazione di affanno, spavento, oppressione al petto, dispnea, nodo alla gola o al plesso solare. Come se non bastasse si può arrivare fino alla paura di morire (Rock Rose) e alla sensazione di perdita del controllo (Cherry Plum). Tra parentesi sono altre due essenze, non le uniche, da affiancare al nostro SCH. Vorrei approfondire un aspetto psicologico che secondo me è molto in risonanza con questa essenza.
Avere o sentire il bisogno del controllo è qualcosa di naturale ci dicono gli psicologi. In linea di massima, quando sappiamo riconoscere, definire e collocare in schemi conosciuti cosa ci sta accadendo con esattezza, o cosa ci accadrà di lì a breve, è indubbio che il nostro stato di benessere è maggiore, ci sentiamo quantomeno nell’immediato, sicuri. Quando stiamo in una situazione di totale incertezza, nell’incapacità di dare un nome a quello che viviamo, possiamo arrivare a vivere il sentimento di preoccupazione fino ad arrivare alla paura.
Ma sappiamo anche che non è possibile e neanche benefico cercare di controllare tutti gli aspetti della nostra vita, e non solo della nostra! Esiste infatti come tutti ben sappiamo, la “legge dell’imprevisto” e quando arriva, se mettiamo in atto un ipercontrollo rimaniamo dentro l’angoscia, se al contrario accettiamo ciò che ci è capitato, ciò che stiamo vivendo per quanto terribile esso sia, riusciremo a superare e ad affrontare al meglio ciò che la vita ci sta proponendo, e probabilmente ad avvicinarci al rinascere, la dove è possibile.
La fiducia
E dunque maggiore è la nostra necessità di controllo, maggiore la possibilità di vivere stati SCH. E’ una affermazione personale che parte da osservazioni da me fatte in diverse situazioni. Il controllo usato come opposizione al cambiamento interiore decisivo, usato come ultima barriera difensiva alla rinascita, alla trasformazione che invece sarà possibile solo se ci si arrende completamente. Assumere SCH permette di essere accompagnati dalla FIDUCIA nonostante le avversità, ci aiuta ad attraversare i momenti dolorosi senza smarrirci o crollare completamente. Ci porta a cogliere e sfruttare le crisi come occasione di cambiamento, senza creare danni all’anima, ma affidandosi magari ad una istanza superiore. Non è sempre facile riconoscere negli altri lo stato negativo di SCH. Per questo è importante nell’ambito di una relazione di aiuto, l’approccio attraverso il colloquio e l’osservazione dei segni e dei sintomi del cliente. Alcune frasi dette potrebbero aiutarci come ad esempio “mi sento morire”, “non so più come andare avanti”, “mi sento sprofondare”…Riporto anche alcune “formule di forza” da usare all’occorrenza, tratte dal libro della Scheffer, ma invito ognuno a crearne una personale.
“levo lo sguardo al cielo” “acconsento” “lascio che accada”
Non solo forza ma anche luce e pace sento in queste formule.
SCH è tra le essenze che il Dott. Orozco ha aggiunto alla formula del RESCUE REMEDY per migliorarne gli effetti (Tetra Remedy Plus). E’ sempre un lavoro di “collaborazione floreale” infatti il migliore per ottenere buoni risultati.
Magazine numero 19
Questo articolo è estratto dal Magazine numero 19, come ogni volta è possibile scaricarlo liberamente in formato ⇒PDF
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