ESORDIO
Lo scorso anno abbiamo vissuto l’esperienza di un’alba in barca con le campane tibetane
(Magazine n°14), ma a volte il mare è dispettoso e ci costringe a trovare alternative, altrettanto emozionanti, per poter coinvolgere più persone alla conoscenza del terapeutico suono delle campane.
Chi vive dei giorni di vacanza accoglie con entusiasmo la proposta di un in-contro al sorger del sole. Il luogo adatto per questo tuffo vibrazionale, è un pianoro pietroso in prossimità di un faro.
La storia
La storia di questa (costruzione solitaria, che occupa gli scogli di mare illuminando come una guida la rotta di tutti), risale al III sec. A.C. ad opera di un principe liberale e mecenate: Tolomeo II Filadelfo. Egli fece costruire, sull’isola di Phàros di fronte ad Ales- sandria D’Egitto, una torre sulla quale ardeva costantemente un gran fuoco e la cui vista consentiva ai marinai, su quei fondali, di potersi districare dalla retrostante palude. Fra le divinità il faro è sacro a Iside (detta Pharia), che ne protegge la luce, simbolo della for- za spirituale, giungendo in soccorso nei momenti di difficoltà. Nonostante la sua posizione, così al “limite,” gli conferisca un’aura di mistero, la forma circolare eretta al cielo, divina, gli dona un innato senso di protezione. Nel buio della notte sfida le forze della Natura e brilla per segnalare la vicinanza di un porto sicuro. Nasce con la funzione di indicare la costa, ma questo compito pratico si trasfigura nel ruolo di guida: laddove c’è luce, c’è speranza, disvelamento chiarificatore di verità, desiderio che si vuole realizzare. (Forza pura, vera, incalzante, quella che ti fa rialzare quando sei allo stremo, che ti ricorda chi sei e il tuo scopo nella vita.)
Dove e chi siamo
Il faro di Capo Grecale a Lampedusa è situato sulla sponda Nord-Est dell’isola. Segna il punto di separazione tra la costa che, degradando verso Sud, risulta accessibile alla balneazione e quella che, proseguendo in direzione Nord-Ovest, diviene alta, frasta- gliata e particolarmente impervia. Da questo punto con le spalle rivolte al centro dell’isola, lo sguardo si può aprire all’infinito sull’immensa distesa di mare. Si ha la sensazione di essere sospesi di fronte a un palcoscenico le cui immagini, in continua mutazione, assorbono l’attenzione svuotando, in maniera ipnotica, l’osservatore. Gli attori assoluti di questo spettacolo sono le nuvole, il cielo, il mare, i gabbiani. Il filo dell’orizzonte a volte si dissolve, scomparendo dietro cromature variegate di nubi sulle quali sfrecciano, giocando “rumorosi”, gabbiani impertinenti. (Ogni istante la scena cambia e da questo continuo mutamento si può acquisire la consapevolezza che ogni momento vissuto è sinonimo di trasformazione).
Il nostro appuntamento all’alba è col buio. Trasportare le campane e il tappeto sul quale posarle, risulta sempre divertente. È quasi un corteo che si incammina festoso alla ricerca dello spiazzo più consono. Qualcuno, che per suo conto è lì e ha deciso di attendere il buongiorno del sole, guarda incuriosito questa strana, piccola folla prepararsi a qualcosa di inconsueto. Il rito del posizionare le campane, non viene ostacolato dall’oscurità. A volte la presenza della luna aiuta a vedere meglio, ma è il faro, col suo fascio luminoso sempre vivo, a consentire di spostarsi più agevolmente. Al primo rintocco il silenzio diventa sovrano e solo il vento fa sentire il suo respiro facendo eco al suono del mare.
Emozione, gioia, curiosità!
In uno di questi incontri ha partecipato anche la mia amica campanara Gabriella. Insieme siamo riuscite a modulare suoni e vibrazioni tra i partecipanti, in modo che ognuno potesse godere e accedere a questo universo contemporaneamente al sorger del sole. Il momento di questa nascita irradia sempre stupore e commozione. (Tutto era immobile e solo noi due ci muovevamo tra le pietre, indirizzando tutto intorno, il gran bene che il suono delle campane riesce a sprigionare).Ci contattavamo con lo sguardo colmo di benevolenza, consapevoli della totale sintonia di questo piccolo pezzo di Mondo. Straordinariamente, calamitate dallo spettacolo, anche le persone distanti e non appartenenti al nostro gruppo, si avvicinavano in silenzio: volevano provare a sentire quest’alba in modo diverso.
Visione, suono, vibrazione!
Quando lentamente la luce dell’aurora cominciava a definire le sfumature cromatiche, il luogo, i suoi contorni, le campane a riposo, raccoglievano gli sguardi che fino a poco prima erano rivolti all’orizzonte. Ormai era giorno e ci si poteva concedere qualche domanda.
Rinasce l’ordine delle parole e delle cose… poter assistere allo sbiancarsi del cielo notturno è un evento eccezionale. Remo Bodei
Infine
Il nostro incontro si stava concludendo ed eravamo consapevoli di lasciare il luogo portandoci addosso l’armonia vissuta così intensamente. Ma qualcosa doveva ancora accadere per arricchire e definire il congedo. La presenza di Noemi e Ruggero, due ragazzi laureati al conservatorio in canto jazz, ha stimolato la richiesta di un loro intervento canoro. “Bene accettiamo volentieri, ma prima vorrei entrare nel campanone e sperimentare un trattamento”. Ho accolto con piacere il desiderio di lui e, mentre lo disponevo all’interno della planetaria, notavo che nuovamente il vociare si era interrotto: tutti intorno a guardare, sentire, farsi avvolgere…Io e Gabriella lo suonavamo come una campana (così lui si è definito), e al termine aiutandolo a uscire, si notava il suo sorriso espandersi su tutti i tratti del volto. Anche gli occhi illuminati ridevano.
(La melodia fasciante del loro swing ha congedato il gruppo). Salutando con estremo calore il vigore del sole che saliva, lo stesso corteo dell’andata si muoveva per ritrovarsi a casa mia, dove ci aspettava una abbondante colazione e una festa di condivisione, ricordando i momenti assolutamente unici, in compagnia di un’alba al faro. *Nell’articolo è segretamente racchiuso un tenero omaggio ad Andrea Casaccio che del faro ha fatto il punto di forza per un collage di 11 canzoni “che raccontano la vita”. Ascoltarne i testi e la musica, aiuta a vedere chiaramente il punto di luce che indica e suggerisce la direzione che ognuno di noi può intraprendere. Il suo ultimo articolo è nel Magazine n° 13. Grazie!
Magazine numero 20
Questo articolo è estratto dal Magazine numero 19, come ogni volta è possibile scaricarlo liberamente in formato ⇒PDF
Approfondimenti
E’ possibile approfondire queste tematiche partecipando ai nostri ⇒EVENTI
Sono proposte del Centro studi LAVOCEDELCARRO.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.