L’orecchio è un feto rovesciato che contiene al suo interno punti corrispondenti ai diversi organi e apparati
STORIA E ANATOMIA
L’auricoloterapia è una scienza molto antica di tipo riflessogeno che si basa sul trattamento dell’orecchio; il Dr Nogier negli anni ’50 compì degli studi che lo portarono alla realizzazione di una mappa ancora utilizzata, secondo cui l’orecchio è un feto rovesciato che contiene al suo interno punti corrispondenti ai diversi organi e apparati. È quindi una riproduzione a distanza di tutto il corpo. Il trattamento si può svolgere attraverso la manipolazione del punto sull’orecchio, l’uso degli incensi o di colori, oppure con l’inserzione di aghi o semi di vaccaria. Come la maggior parte delle grandi scienze, viene da lontano ed è stata studiata nel passato da arabi, cinesi e francesi. Segni di incisioni delle orecchie sono stati ritrovati anche in alcune mummie dell’età della pietra. Alcuni naviganti inoltre usavano forarsi l’orecchio e mettere un orecchino per aumentare la loro visione interiore essendo questa zona corrispondente all’occhio. Anche Ippocrate ne parla nei suoi testi. Successivamente i cinesi ripresero questi studi e ampliarono l’auricoloterapia collegando l’orecchio ai reni, e quindi ad una energia potentissima di cui sono i depositari, chiamata Jing. Questa costituisce la nostra forza vitale. All’orecchio corrisponde quindi anche la nostra identità, perché si sviluppa in modi, colori e forme diverse rispetto al singolo e perché individui simili per patologie avranno orecchie simili e ciò costituisce un valido strumento di diagnosi. Dal punto di vista elettrico, tramite un misuratore, si è verificato che alcune parti dell’orecchio hanno una resistenza elettrica inferiore rispetto ad altre zone e che queste corrispondono agli organi in deficit e spesso a zone di dolore. Agendo su questi, si vanno quindi a riequilibrare i rapporti tra le parti, si invertono i segnali della malattia e si trasmettono quelli di guarigione. Successivamente avviene il rilascio di proteine, endorfine ed altre molecole che alleviano immediatamente il dolore.
ORECCHIO E AMBIENTE
L’orecchio è un orificio densamente innervato che permette la captazione di segnali sia esterni che interni e l’interocezione dell’ambiente circo- stante, trasformando questi ultimi in segnali creativi che vanno ad arricchirci e a rifornirci di energia. Tutto questo modifica la nostra genetica e il nostro modo di appartenere al tutto, rendendoci sintonici o meno a ciò che avviene. I segnali infatti vengono anche trasportati al cuore, di cui le orecchie costituiscono i prolunga- menti, modificando il nostro modo di relazionarci all’altro e ridefinendolo secondo piani diversi rispetto a quelli canonici ma più sensibili, basati sul sentire profondo. In pratica, agendo sull’orecchio si vanno a toccare delle terminazioni nervose che stimolano il cervello, eliminando alcuni automatismi che possono essere co-cause di malattie. In tal modo si crea spazio per nuova matrice mnemonica. Ciò modifica le predisposizioni della persona, agendo anche su quella sfera insondabile del passato e delle lezioni che siamo venuti ad apprendere in questa vita, strettamente connesse anche alle nostre esperienze di disagio. L’orecchio è infatti anche la porta dell’inconscio, basta guardarne la forma che ricorda una conchiglia. E proprio come la conchiglia che ha al suo interno qualcosa di prezioso, l’orecchio ha una sua intrinseca capacità di sintesi che può produrre segnali interni difformi che provocano malattia o armonici, che come perle, migliorano la nostra salute e ci rendono parte della bellezza del creato. Immaginando infatti che la persona stessa sia un unico orecchio appoggiato sul cuore del mondo, carezzandolo e prendendocene cura, rischiariamo le acque su cui si specchia e attraverso le quali inspira ed espira vita. Questo ci purifica e ci apre a scoperte sempre nuove. Prestiamo però attenzione anche al fatto che nel mondo moderno spesso siamo sottoposti a suoni troppo alti e fastidiosi che ci danneggiano. Infatti ultimamente vediamo fiorire nuove patologie che colpiscono soprattutto i sensi e snaturano la nostra capacità di percezione. Questo snaturamento che diventa sradicamento da sé, inteso come insieme di percezioni chiare e poliedriche, può diventare a sua volta un blocco anche relazionale perché distorce la percezione che abbiamo degli altri e non ci permette di riconoscere i nostri simili come invece accadrebbe in un sistema perfettamente accordato e fine come quello dell’orecchio umano. Cadiamo allora in errori che danneggiano anche il cuore e di cui spesso siamo inconsapevoli.
IO, IL SUONO:
Ognuno di noi nasce con una determinata vibrazione che si traduce in suono e che emana in modo inconsapevole. Questa vibrazione si espande anche a chilometri di distanza da noi stessi perché anticipa i nostri passi e ci permette appunto il riconoscimento del nostro simile, che sia una persona, un’attività, una pianta, etc… Al momento dell’incontro tra le persone avverrà una fusione dei loro suoni che darà luogo a una nuova pagina, una danza che permetterà la scrittura di una partitura che costituirà la storia di quell’incontro. Quindi possiamo dire che tutto il mondo è costituito da interazioni musicali che compongono un’unica grande melodia di cui noi ci facciamo portavoce e che costituisce un tesoro prezioso da custodire.
ORECCHIO, SOLE E PIANETI
Quando la luce del sole ci colpisce, si distribuisce in fasci colorati diversi, ognuno con una sua qualità vibratoria e una sua nota, andando a nutrire le varie parti del corpo e ad influenzare anche il nostro stato d’animo.
-Tutto è musica-
L’orecchio inoltre ci permette di percepire inconsciamente i microsuoni dei moti dei pianeti da cui siamo influenzati e che modificano i nostri ritmi, accordandoli di volta in volta al grande moto celeste universale.
ORECCHIO E GRAVIDANZA
Il suono è collegato anche alla gravi- danza. È importantissimo infatti per la madre, durante questo periodo, ascoltare della musica che possa aiutare il naturale sviluppo in utero e che il bambino possa percepire come quello stimolo che lo aiuta a nutrirsi e a scar- tare ciò che non gli serve, agevolando lo sviluppo delle sue funzioni vitali.
Proprio come negli esperimenti di Masaru Emoto, si è analizzato il liqui- do amniotico di donne in gravidanza che ascoltavano musica, e si è verificato il disporsi delle molecole di acqua in cristalli bellissimi, sicuramente frutto del concerto dato anche dal battito del cuore materno e ispirato dal sentimento d’amore più alto.
Magazine numero 20
Questo articolo è estratto dal Magazine numero 19, come ogni volta è possibile scaricarlo liberamente in formato ⇒PDF
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